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Storie horror al femminile con The bride e Starry eyes

Segnali dall’universo digitale. Rubrica a cura di Francesco Lomuscio

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Con le fattezze di Viktoriya Agalakova, Nastya è una giovane donna che, in viaggio verso la casa di famiglia del suo fidanzato per organizzare insieme ai parenti di lui il matrimonio, comincia a provare la sensazione di aver commesso un grave errore una volta giunta sul posto, circondata da strana gente ed in preda a spaventose visioni.

Perché, con la verità su un antico rituale che comincia ad emergere mentre la ragazza viene preparata per una tradizionale e misteriosa cerimonia nuziale slava, The bride (2017) del moscovita Svyatoslav Podgaevskiy prende spunto da una notizia così ricordata dal regista: “Alcuni anni fa mi sono imbattuto in un articolo su una rivista dove si parlava della storia dei matrimoni in Russia. Così, ho scoperto che, fino a non molto tempo fa, il matrimonio non era affatto un’esperienza positiva per le spose. Dovevano sopportare per tre giorni una serie di attività noiosissime e la cerimonia sembrava piuttosto un funerale. Questo mi ha stimolato a fare delle ricerche, storiche e folkloristiche, più approfondite, anche grazie all’aiuto dell’Università di Mosca. Esistono alcuni miti slavi secondo i quali, in questa fase di ‘transizione’ in cui erano spose ma non ancora mogli, le donne potevano essere più facilmente possedute da spiriti malvagi. E questo è stato un elemento che ho utilizzato nel film”.

FrancescoLomuscio_Taxidrivers_The bride_Podgaevskiy

Non a caso, l’avvio della oltre ora e mezza di visione si svolge nel passato, in costume, prima che ci si sposti in epoca moderna per favorire lo sviluppo di una vicenda che, in un certo senso, sembra richiamare alla memoria quella alla base de La maschera del demonio (1960) di Mario Bava, forse anche perché il maestro della paura tricolore partì proprio da un racconto russo: Vij di Nikolaj Gogol.

Ma, se da un lato non manca un’abitazione fornita di passaggi segreti come quella sfruttata da Wes Craven nel suo La casa nera (1991), dall’altro sono dichiaratamente le produzioni horror Blumhouse (citiamo soltanto la saga Insidious) ad essere prese a modello, testimoni, ovviamente, le immancabili apparizioni spettrali.

E il notevole lavoro svolto sulla fotografia da Ivan Burlakov rientra tra i maggiori pregi di un’operazione che, dispensatrice di efficaci dosi di spaventi e inquietudine soprattutto nella sua spettacolare seconda parte, è Koch Media a rendere disponibile in limited edition blu-ray all’interno della collana Midnight Factory, con trailer e sette minuti di dietro le quinte quali extra.

Limited edition racchiusa in custodia amaray inserita in slipcase cartonato e impreziosita da booklet incluso nella confezione, come pure la co-produzione tra USA e Belgio Starry eyes (2014), a firma di Kevin Kolsch e Dennis Widmyer, ovvero il film dell’orrore azzeccato per l’era delle denunce riguardanti le molestie sessuali a Hollywood.

FrancescoLomuscio_Taxidrivers_Starry eyes_Kolsch

Infatti, ambientato nell’universo più o meno underground dei precari in erba che tentano di affermarsi nel dorato mondo dello spettacolo, vede protagonista la cameriera Sarah Walker interpretata da Alex Essoe, la quale, determinata a diventare un’attrice nella mecca del cinema, trascorre le giornate tra lavoro, frequentazione di amici e, ovviamente, partecipazioni a numerosi casting.

I casting in cui, di provino in provino, la seguiamo nel corso della prima parte dell’insieme, volta ad evolversi lentamente per essere disturbata quando necessario da incubi al sangue e atmosfera destinata a rivelarsi sempre più sinistra.

Fino al momento in cui, scelta come interprete principale di un nuovo lungometraggio prodotto da una misteriosa società, si trova a dover decidere dinanzi al tipico, squallido ricatto che le spalancherebbe le porte del successo, segnando l’inizio della originale  seconda fase dell’elaborato.

Fase che, se lascia in un primo momento pensare al dittico zombesco Contracted nel mostrare l’improvviso decadimento fisico che investe Sarah, a quanto pare destinata a trasformarsi in qualcosa di attraente e, al contempo, terrificante ricordando il cinema delle mutazioni corporali di David Cronenberg, cattura sempre più lo spettatore nel rivelarsi affascinante allegoria relativa ai compromessi e i sacrifici da affrontare per entrare a far parte dello star system.

Anticipando la indispensabile parentesi slasher che, tra accoltellamenti e l’impressionante fracassamento di un cranio con tanto di abbondanza di liquido rosso, impreziosisce ulteriormente un titolo qui presentato con galleria fotografica, trailer, la clip Dalla musica al film, undici minuti di scene tagliate e quasi quattordici di provino della Essoe.

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