La ragazza del lago è un film del 2007 diretto da Andrea Molaioli, al suo debutto registico, ispirato al romanzo Lo sguardo di uno sconosciuto, (ripubblicato poi dopo l’uscita del film con il titolo del film stesso) della scrittrice norvegese Karin Fossum. La colonna sonora è stata realizzata da Teho Teardo, già autore della colonna sonora de L’amico di famiglia di Paolo Sorrentino. È uscito nelle sale cinematografiche italiane il 14 settembre 2007 e ha ottenuto 6 candidature e vinto 3 Nastri d’Argento, 14 candidature e vinto 10 David di Donatello. Il film è stato premiato al Festival di Venezia. In Italia al Box Office La ragazza del lago ha incassato 3 milioni di euro. Con Toni Servillo, Fabrizio Gifuni, Valeria Golino, Marco Baliani, Omero Antonutti, Anna Bonaiuto, Nello Mascia.
Sinossi
Il cadavere della bella Anna, giovane giocatrice di hockey, viene ritrovato nudo sulle rive di un lago della provincia friulana. Il caso viene affidato al commissario Giovanni Sanzio, afflitto da dubbi e da drammi personali e familiari. Poco a poco, con costanza e tenacia, Sanzio inizia a dipanare un mistero che presenta parecchie zone d’ombra.
Assolutamente niente male quest’opera prima firmata dall’ex aiuto regista di Nanni Moretti, Andrea Molaioli. Frutto di una lunga gestazione, La ragazza del lago è uno dei “film medi” italiani più appassionanti e convincenti degli ultimi anni, anche perché rispolvera un genere sì frequentato dai nostri connazionali, ma raramente affrontato con intelligenza. È un polar all’italiana, anzi, alla friulana, scritto con abilità e sapienza da Sandro Petraglia, che s’è ispirato a Lo sguardo di uno sconosciuto di Karim Fossum e ha trasferito l’azione dalla gelida Finlandia all’altrettanto freddo, profondo nord-est nostrano. È questa una delle trovate più felici dell’operazione: un ambiente composto da montagne opprimenti che circondano la zona, eppure avvolto in un’atmosfera ariosa, ma anche talvolta pesante nella sua monotonia. In questo contesto di ossimori si svolge l’intrecciata e intrigante faccenda dell’omicidio della ragazza, senza una spiegazione plausibile a prima vista. E tra sospetti, inganni, dubbi, rancori e segreti, una costante di fondo emerge: l’animo umano è così oscuro che non sempre riusciamo a far luce su tutte le zone d’ombra. Toni Servillo regala un’interpretazione finissima, da inserire in quella serie di ritratti di investigatori d’altri tempi: s’è detto come quelli nata dalla penna di Raymond Chandler, Philipp Marlowe su tutti, ma anche il Jules Maigret di Simenon. Accanto a lui un cast davvero notevole: spicca la moglie dolce ma a dir poco confusa di Anna Bonaiuto, lo scontroso padre-padrone di Omero Antonutti, lo sfuggente Fabrizio Gifuni, la livida Valeria Golino, il fido compare di Sanzio di Nello Mascia e il distrutto padre della vittima di Marco Baliani. La ragazza del lago è pure un film di padri (“un padre ci sta sempre” sentenzia Sanzio in una delle sue tante frasi ad effetto). Assai diversi tra di loro, ma con l’unitaria cifra dell’incertezza che affligge tutti. C’è chi è quasi rassegnato, chi esibisce durezza per nasconderlo. Giallo o poliziesco di intrattenimento, ma anche un ritratto nero sulle contraddizione e i lati bui dell’investigatore, è un film che è già un affascinante piccolo classico.