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FESTIVAL DI CINEMA

SabaudiaFilmFest: Claudia Amendola ricorda Bud Spencer e il papà Ferruccio

Claudio Amendola, intervenuto al SabaudiaFilmFest per ritirare il premio alla memoria di Bud Spencer, ha ricordato il connubio artistico tra il grande attore e il papà Ferruccio

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È stato Claudio Amendola a ritirare a Sabaudia il prestigioso premio dedicato a Bud Spencer. E lo splendido e divertito attore romano, completamente abbandonata la sua “faccia un po’ così di un tempo”, “ … un po’ così come? … “,  poi teneva sempre a domandare,  e per ottenere infine risposte sempre vaghe, sul palco del Sabaudia ha ricordato quello che era stato il connubio artistico tra il padre, il grandissimo attore e doppiatore Ferruccio Amendola e il mitico Bud, rievocando soprattutto frammenti della lavorazione del film Chissà perché capitano tutte a me, girato nel 1980 dal regista Michele Lupo, che aveva visto recitare insieme i due attori: “Non riesco a contare ormai le volte che ho visto questo splendido film, che mi accompagna da quando ero poco più di un bambino a ora, che sono un nonno. È sempre una grande commozione vedere mio padre in quel film, in qualche maniera, impegnato a contraltare il mitico Bud “.

La scultura che Claudio Amendola ha ritirato dal proscenio del Sabaudia, simbolo del premio Bud Spencer, è una creazione della figlia di Spencer, Cristiana Pedersoli, e rappresenta una pellicola cinematografica traforata, e questo in tempi di odiati digitali, dove poi una base di cristallo la tiene issata proprio a denunciare, in qualche maniera, e come la stessa Cristiana ha ricordato “la fragilità e la precarietà che sempre accompagna il mestiere del cinema“. Ha detto ancora Cristiana Pedersoli dal proscenio: “Sono felicissima di consegnare questo dono che ricorda il mio papà a Claudio Amendola. Claudio rappresenta davvero quello che resta del cinema delle emozioni. Tanti suoi film mi sono rimasti davvero nel cuore: Mary per sempre, ad esempio, ma anche La scorta e Ultrà. E poi c’è un altro punto di contatto tra me e Claudio, quello di aver conosciuto, da ragazzina, il suo papà, Ferruccio, un incontro avvenuto su un set di un film di mio padre, Chissà perché capitano tutte a me.  Ebbene il suo papà era una persona molto dolce, molto carina, lo ricordo sempre con molto affetto. Ed era, poi, Ferruccio Amendola, un grande professionista, proprio come il mio“. La consegna del premio è avvenuta e Claudio Amendola stringe forte a se Cristianae poi la sorella, Diamante Pedersoli, anche lei presente sul palco, in un abbraccio che rivela davvero una grande affettuosità, una grande felicità, mentre dallo schermo impazza una clip a menzionare gli innumerevoli successi del mitico Bud, e le note delle colonne sonore, tutte magnifiche, a sottolinearne gli sganassoni, al quale poi la mitica Dune Buggy di Guido e Maurizio De Angelis fa letteralmente da passaporto. Sono questi i momenti di autentica commozione che tutti gli anni il Sabaudia, nel contesto delle sue commedie, riesce a regalare; e questo momento non sarà l’unico, già c’è stato il giorno dedicato a Paolo Villaggio, con un fantastico Carlo Buccirosso e con il regista Neri Parenti, storico collaboratore di Fantozzi, mentre alla chiusura del Sabaudia ci sarà ancora il giorno dedicato a Monica Scattini, esuberante ed eclettica caratterista del miglior cinema italiano, con il premio che la ricorda, e che sarà ritirato quest’anno dalla bravissima Sabrina  Impacciatore.

Il momento di festa e di commozione resiste ancora sul palco del Sabaudia alle parole di Amendola, che prende a ricordare un po’ quella che è stata la carriera del padre, bravissimo ma effettivamente un volto poco noto al grosso pubblico, a differenza della sua voce, celeberrima e riconoscibilissima, che lo avvicina sempre di più e poi li fa rivivere per il cinema italiano: Robert De Niro, Sylvester Stallone, Dustin Hoffman,  Al Pacino. Ma si alza anche tra gli spalti, e tra gli applausi sempre più accorati, la voce mesta del pubblico più anziano che comincia a ricordarsi di un Ferruccio Amendola strepitoso interprete del teatro di rivista e poi anche della prima televisione, e inizia a citare, proprio come un gioco sui ricordi felici, cose come Il gallo canta a mezzanotte o anche Quei trentasei gradini o Little Roma. E gli applausi del numeroso pubblico, confusi anche, a questo punto, alle estemporanee che dal palco arrivano dalla simpatia di Claudio Amendola, dalla maestria di Simona Izzo e di Ricky Tognazzi e dall’impagabile professionalità della giornalista Sky Olivia Tassara, ora arrivano davvero sempre più continui e sempre più come scaturiti direttamente dal cuore.

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