Sette registi esordienti per sei episodi incentrati su personaggi disperati alla ricerca di quanto di più raro vi sia nell’Italia d’inizio terzo millennio: un posto di lavoro che garantisca la stabilità economica e che sia lontano dai contratti a tempo determinato e dai colloqui che terminano con “Le faremo sapere”.
Visto nelle sale cinematografiche a Novembre 2016, dopo essere passato sugli schermi della Festa del cinema di Roma, si costruisce su questo In bici senza sella, destinato a prendere avvio con il Santo Graal di Giovanni Battista Origo in cui Riccardo De Filippis ed Edoardo Pesce vestono i panni di due squattrinati che, per svoltare la giornata, svuotano cantine alla in cerca di vecchi oggetti da poter rivendere.
Una partenza che gioca sulla comicità dettata dalla romanità per approdare, però, ad una interessante confronto-riflessione tra la generazione degli oggi anziani pensionati e quella degli odierni disoccupati, per i quali il futuro trattamento previdenziale sembra essere sempre più un miraggio.
Prima che, rasentando la genialità, Sole Tonnini e Gianluca Mangiasciutti provvedano a fornire tramite I precari della notte una esilarante parodia capitolina del super classico di Walter Hill I guerrieri della notte, con gang di lavori in nero e cassintegrati anni Settanta impegnati in scontri con i protagonisti suggeriti dal titolo.
Mentre si respira quasi l’aria de I mostri di Dino Risi in Curriculum Vitae di Matteo Giancaspro, che, comprendente nel cast il verdoniano Stefano Ambrogi e Francesco Montanari nel piccolo ruolo di un assurdo giovane imprenditore yuppie, tira in ballo un altamente qualificato Flavio Domenici che approda ad un esasperato rimedio alla crisi dopo aver colloquiato, tra gli altri, con un datore che dice di non poter assumere nessuno dopo un anno di prestazioni a rimborso spese ed un altro che consiglia di gettarsi su professioni più adatte al proprio curriculum.
E la quota rosa è principalmente rappresentata da Crisalide di Cristian Iezzi e Chiara De Marchis, sostenuto da una brava Emanuela Mascherini determinata a tenere nascosta la propria maternità per evitare di far rescindere il contratto di lavoro; anticipando la tanto surreale quanto amara favola moderna Il parassita di Francesco Dafano, con il produttore dell’operazione Alessandro Giuggioli (presente anche in alcuni degli altri episodi) a concedere anima e corpo ad un licenziato in aria di home invasion.
Una amara favola moderna che, basata pochissimo sui dialoghi e molto sulle immagini, sembra a tratti richiamare il cinema del francese Jeanne-Pierre Jeunet; succeduta dal conclusivo Il posto fisso, a firma della già citata Tonnini e riguardante la fantozziana avventura di due non più giovani amici in viaggio, appunto, verso il posto fisso.
Al servizio di una compatta – sebbene messa in piedi da più nomi – oltre ora e mezza di visione che fa dell’originalità delle storie raccontate uno dei suoi maggiori punti di forza, ulteriormente impreziosita da attori in parte e, soprattutto, dalla capacità di mantenersi sapientemente in bilico tra il dramma e la leggerezza, come vuole la tradizione della migliore Commedia all’italiana.
Con il trailer quale extra e note di regia incluse nella confezione, è in dvd sotto il marchio CG Entertainment (www.cgentertainment.it).