Li ricordate quando, nel sempre più lontano 1992, fu possibile vederli per la prima volta insieme, sul grande schermo, nella fanta-avventura a tinte quasi horror I nuovi eroi, diretta dal non ancora specialista in disaster movie Roland Emmerich e iniziatrice di una vera e propria saga che, in alcuni casi, li ha visti nuovamente protagonisti in coppia?
A distanza di ventisei anni nel corso dei quali hanno avuto modo, appunto, di condividere altri set cinematografici (ricordiamo, in particolar modo, l’ottimo I mercenari 2 di Simon West), il colosso belga Jean-Claude Van Damme che abbiamo imparato ad amare a suon di kickboxerate e lo svedese Dolph Lundgren, ovvero il russo “killer del ring” Ivan Drago che pronunciava “Ti spiezzo in due” ad un intimorito Rocky Balboa alias Sylvester Stallone nel suo quarto match in fotogrammi, vengono riuniti nell’action movie Black water.
Datato 2018, nonché debutto dietro la macchina da presa per il prolifico direttore della fotografia Pasha Patriki (oltre ottanta collaborazioni nel curriculum), fin dai primissimi minuti di visione si concentra, in realtà, soprattutto su Van Damme, in questo caso agente della CIA di nome Wheeler, che, con abbondanza di pallottole volanti e cattivi da abbattere, troviamo immediatamente in azione all’interno di una serrata sequenza nei pressi di un motel dove si trova con la sexy e molto più giovane collega Melissa, incarnata da Courtney B Turk.
Nei panni della spia tedesca Marco, infatti, Lundgren trascorre buona parte della sua presenza nel film rinchiuso in una cella posta a bordo dello stesso sottomarino nucleare in cui, una volta catturato, viene imprigionato Wheeler, accusato di aver fatto trapelare informazioni top secret e, a quanto pare, in possesso di una chiave utile a decriptare determinati documenti che sono nelle mani dei villain della situazione.
Villain comprendenti il Ferris dalle fattezze del Patrick Kilpatrick che già si scontrò con il mitico Jean-Claude in Colpi proibiti di Deran Sarafian, qui pronto anche a sottoporlo ad un interrogatorio con ago di siringa puntato verso il bulbo oculare, e l’Edward Rhodes di Al Sapienza (il Mikey Palmice della serie televisiva I Soprano, per intenderci).
Il resto della oltre ora e quaranta di visione, ovviamente, si concentra con non poco movimento sui tentativi attuati dall’ex Lionheart per poter fuggire dalla claustrofobica prigione sommersa, tra entrata in scena di altri personaggi (citiamo il Kagan del figlio d’arte Kris Van Damme e la Cassie Taylor della Jasmine Waltz che tanto ricorda Megan Fox) e violenza consumata con l’ausilio di armi da fuoco, pugnali e, immancabilmente, botte da orbi.
Al servizio di un’operazione che, come già accennato con il biondone destinato a dare il proprio contributo particolarmente nella seconda parte, dispensa tipico intrattenimento da machismo per approdare ad un colpo di scena conclusivo che potrebbe essere intuito, comunque, dallo spettatore maggiormente portato per questa tipologia di spettacoli.
Un inedito reso disponibile su supporto blu-ray italiano da 01 Home Entertainment.