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Fish tank

Grammatica filmica capace di rendere appieno il significante che mostra, con ritmo, respiro e taglio densi di ‘verità percettiva’, di sostanza, anche nel riflesso del sole che attraversa una finestra. Andrea Arnold fa buon cinema e vince il Riff 2010 con “Fish Tank”, suo secondo lungometraggio, già Premio della Giuria di Cannes 2009 (stesso riconoscimento toccato all’esordio della regista con Red Road nel 2006).

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fish tank

Grammatica filmica capace di rendere appieno il significante che mostra, con ritmo, respiro e taglio densi di ‘verità percettiva’, di sostanza, anche nel riflesso del sole che attraversa una finestra. Andrea Arnold fa buon cinema e vince il Riff 2010 con Fish Tank, suo secondo lungometraggio, già Premio della Giuria di Cannes 2009 (stesso riconoscimento toccato all’esordio della regista con Red Road nel 2006).

Rabbia e dolore di una 15enne si sciolgono nella solitudine di una camera disabitata, di fronte ad un orizzonte di periferia dell’Essex (East England), con l’hip hop nella testa e nel corpo. In una danza che è liberazione della propria essenza, che grida ascolto e tenerezza, mai provate. Mia (la sorprendente Katie Jarvis, perno saldo e vibrante della vicenda) reagisce nell’unico modo che conosce (l’aggressività e il cinismo) ad una vita senza bellezza. La luce diversa del nuovo uomo di sua madre, ‘libertina’ senza via di scampo dal vuoto, rosicchierà quel muro innalzato verso il mondo, iniziandola ancora più crudelmente alla maturità.

Maria Cera