Ormai è innegabile: la Marvel Comics ha invaso piccolo e grande schermo, costruendovi dentro un piccolo impero paragonabile a quello che, dal 1961 (data di uscita di Fantastic Four #1) ad oggi, ha eretto nella carta stampata, e colonizzando definitivamente l’immaginario pop moderno, definendo di fatto quello che può tranquillamente essere definito un vero e proprio epos moderno.
Perché non solo gli eroi (supereroi con superproblemi, per dirla con la geniale intuizione/definizione del demiurgo Stan Lee) hanno sostituito i personaggi della mitologia, prendendone di fatto gioie e dolori costruiti sopra il mito del superuomo nitschiano e contemporaneamente sulla crisi dell’io freudiana; ma anche tramite i film sul grande schermo – che con Avengers: Infinity War, oltre ad aver festeggiato i dieci anni di vita di quell’universo condiviso che è il Marvel Cinematic Universe, hanno battuto parecchi record al botteghino per un film che è diventato il quarto maggior incasso di sempre – stanno abilmente riscrivendo, o sovrascrivendo, i generi cinematografici, reinterpretandoli e declinandoli in salsa postmoderna.
Non è infatti un mistero che Guardians Of The Galaxy abbia rinverdito i fasti della space opera à là Star Wars (franchise in lieve declino); che il bel Black Panther interpreti la blackexploitation, che Thor Ragnarok sia il punk e che Ant-Man abbia la natura dell’heist-movie, mentre la sword & sorcery sia appannaggio dello psichedelico Doctor Strange. Non poteva mancare la tv: e quindi le serie noir di Netflix (Daredevil e Jessica Jones su tutte, ma anche Luke Cage, Defenders…), e adesso Cloak & Dagger, che su Amazon Prime a modo loro si immergono in scenari da teen-drama.
E non che il terreno non sia estremamente scivoloso: un rischio che avrebbe potuto declassare il serial nel mare magnum del genere, ma l’esperienza (positivissima) di Spider-Man: Homecoming ha fatto sì che anche questa volta i Marvel Studios dessero luce ad un prodotto di altissimo profilo. E diciamo subito che, almeno per i primi tre episodi, Cloak & Dagger – per chi volesse a tutti i costi un termine di paragone – si mette a metà strada fra Heroes (ma non è un caso, perché lo showrunner è lo stesso, Joe Pokaski) e il citato Daredevil: insomma, supereroe sì, ma con classe.
Certo, ci sono poi le inevitabili discrasie fra la storia di Tyrone -Cloak- e Tandy -Dagger-, i due protagonisti, per come sono state ideate da Bill Mantlo nel 1982 sui fumetti e per come Amazon Prime ha deciso di raccontarle: ma sono poca cosa, perché la scelta permette di dare un background drammatico ai due ragazzi e fare così un’analisi approfondita delle loro psicologie, attraverso le relazioni che instaurano nel loro doloroso percorso di crescita, specialmente con i genitori.
Vincente si è rivelata poi la (ormai abusata, certo) discronia narrativa: passato e presente si mescolano mentre Tandy e Tyrone compiono il loro cammino, nella migliore tradizione Marvel, attraverso i dolori della crescita e la perdita dell’innocenza, temi universali; ma che si innesta su un discorso più ampio e attuale che guarda da vicino all’accettazione, di sé stessi e dell’altro, allargando così il contesto sociale e culturale della serie.
Ecco che allora Cloak & Dagger parla in maniera straordinariamente lucida e ferma di razzismo e lotta di classe, ma lo fa rovesciando intelligentemente le premesse e le aspettative, indugiando su una tematica calda in America come in Italia, come il bullismo, e ancora divagando sulla tossicodipendenza, sulla violenza sessuale e sulla corruzione delle forze dell’ordine.
Unico neo: una regia smaccatamente stucchevole quando indugia in un impiego fin troppo didascalico del bianco e nero (non dimentichiamo che Cloak è una bianca, Dagger un ragazzo nero) e un abuso nella soundtrack di ammiccamenti al pubblico più giovane. Resta da vedere, anche alla luce di un terzo episodio straniante e onirico che riecheggia un po’ le atmosfere di Legion, altra serie Marvel targata FX, come Cloak & Dagger proseguirà per tutto l’arco dei dieci episodi, e se saprà mettere a frutto le buone premesse di questa ottima partenza.