La cosa (The Thing), un film del 1982 diretto da John Carpenter, liberamente tratto dal racconto horror-fantascientifico La cosa da un altro mondo (Who Goes There?, 1938) di John W. Campbell, già alla base del film La cosa da un altro mondo (1951) prodotto da Howard Hawks. Per lo stesso Carpenter, che lo considera come il primo episodio della Trilogia dell’Apocalisse (La cosa, Il signore del male e Il seme della follia), è il preferito tra i suoi film.
Sinossi
Gli scienziati di una base di ricerche in Alaska raccolgono un cane lupo che i loro colleghi norvegesi hanno tentato di abbattere. Lo mettono nel canile mentre due di essi si recano nella base norvegese che trovano abbandonata e piena di cadaveri. Trovano anche i resti di quello che sembra un disco volante. In breve il cane viene posseduto da una strana forza e si trasforma in belva. Il panico si diffonde nella base.
Opera di culto arrivata in sala tre anni dopo Alien di Ridley Scott richiamandone diversi aspetti – luogo dal quale non si può fuggire, gruppo ristretto di persone e un mostro sconosciuto – e accolta ai tempi senza un particolare entusiasmo da parte del pubblico, ma cresciuta nel corso degli anni meritando ampiamente l’alta considerazione che ormai possiede. La cosa di John Carpenter è un vincente connubio di fantascienza, thriller e horror per poco più di cento minuti da vivere con il fiato sospeso, un dubbio sempre crescente e un finale nichilista che fa rimuginare per lo sgomento ben oltre i titoli di coda. A emergere con forza è la paura nutrita dall’uomo verso ciò che gli è estraneo e quindi l’ignoto. Il merito di Carpenter sta, inoltre, nell’aver trasmutato l’uomo da una configurazione corporea ben definita a un ammasso di carne, proprio come avrebbe fatto pochi anni dopo David Cronenberg. Molti quindi i punti di contatto tra La cosa e La Mosca: entrambi sono stati tratti da racconti e fondono fantascienza e horror, entrambi sono divenuti cult assoluti del genere e sono stati realizzati con l’utilizzo di effetti speciali all’avanguardia. Unendo perfettamente fantascienza in stile anni ’50 e horror splatter, Carpenter crea un’opera indimenticabile, capace di terrorizzare grazie all’alto tasso di suspense hitchcockiana e alla regia perfetta, condita da una fotografia cupa e soffocante. Il cast è eccezionale, dove troviamo il giovane Kurt Russell nel ruolo del protagonista MacReady e il grandissimo Richard Dysart nei panni del Dr Copper. Effetti speciali artigianali di Rob Bottin rivoluzionari e colonna sonora composta da Ennio Morricone a dir poco meravigliosa. Main theme inquietante, suggestivo e crepuscolare.