Dopo Dogman diretto da Matteo Garrone, un altro lungometraggio ha come protagonista Pietro De Negri, noto alla cronaca nera per un efferato delitto avvenuto a Roma nel 1988 nel quartiere della Magliana ai danni dell’ex pugile Giancarlo Ricci. Rabbia furiosa – Er canaro è il terzo film diretto da Sergio Stivaletti, il quale rimette in scena il clamoroso episodio da un’altra prospettiva.
Rabbia furiosa – Er canaro è ambientato ai giorni nostri nel quartiere popolare del Mandrione. Il protagonista è Fabio “Er Canaro”, interpretato da Riccardo De Filippis, il quale, dopo aver scontato una pena detentiva, tenta di riprendere in mano le redini della sua vita. Quest’ultimo è costretto da anni a subire le vessazioni di Claudio (Virgilio Olivari), ex pugile, con cui intrattiene un’amicizia malata che lo condurrà a compiere quell’atroce delitto di cui tanto si parlò per la spietatezza.
Sergio Stivaletti, noto effettista speciale, collaboratore di grandi registi come Dario Argento, Lamberto Bava, Michele Soavi e Gabriele Salvatores, dirige un’opera calibrata, carica di suspense e di una violenza psicologica inaudita, che non si colloca nel filone horror, ma in quello del thriller splatter. Una rappresentazione macabra rispetto a quella di Dogman. Stivaletti dimostra tutta la sua maestria nella scena in cui Fabio infligge a Claudio una lunga serie di torture, tra cui l’amputazione delle dita e dei genitali, fino al famoso lavaggio del cervello con lo shampoo per cani. Senza alcuna censura e con minuzia di particolari. Alcune inquadrature riportano lo spettatore ad alcune sequenze del film Opera di Dario Argento. Il film prende volutamente le distanze con quella che fu la vicenda reale, rielaborandola e dotandola di un nuovo e più significante senso. Riccardo De Filippis riesce a calarsi con bravura in un personaggio complesso e difficile: lo sguardo sadico e la violenza che impone alla sua vittima riescono a spaventare lo spettatore. Insomma, scene adatte a stomaci forti.
Rabbia furiosa è un film che difficilmente passa inosservato. Per chi ama il genere è consigliata senz’altro la visione.