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Roma città aperta: il capolavoro di Rossellini con una strepitosa Magnani

«La storia del cinema si divide in due ere: una prima e una dopo Roma città aperta». (Otto Preminger)

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Una strepitosa Anna Magnani è la protagonista di Roma città aperta, un film del 1945 diretto da Roberto Rossellini.

Anna Magnani incredibile in Roma città aperta

Roma città aperta è il film che fece acquisire notorietà internazionale ad Anna Magnani, co-protagonista insieme ad Aldo Fabrizi, qui in una delle sue interpretazioni più famose. Venne presentato in concorso al Festival di Cannes 1946, dove ottenne il Grand Prix come miglior film. E ricevette anche una candidatura al Premio Oscar per la migliore sceneggiatura originale. È stato anche inserito nella lista dei 100 film di sempre da salvare.

La trama di Roma città aperta con Anna Magnani

Durante l’occupazione tedesca di Roma, l’ingegnere comunista Manfredi (Pagliero) che milita nella Resistenza prende contatti con un compagno tipografo. La Gestapo è sulle sue tracce, ma l’uomo trova rifugio presso l’abitazione di un sacerdote (Fabrizi) mentre l’operaio è arrestato e la sua donna (Magnani) viene uccisa da una raffica di mitra.

È il film più celebre del Neorealismo, realizzato da Rossellini in condizioni di incredibile povertà di mezzi e di romanzesca precarietà. Immortale la sequenza della Magnani che viene falciata dai mitra mentre insegue la camionetta con suo uomo. Ed è anche una delle scene più celebri in assoluto che la riguardano. Alla bravura, universalmente riconosciuta, viene spesso associato questo momento cinematografico. Sicuramente un momento rimasto impresso nella mente degli spettatori.

Alla base della vicenda sta un personaggio realmente esistito, don Morosini, che i tedeschi fucilarono a Roma per la sua adesione alla lotta partigiana.

Un film e delle interpretazioni che hanno fatto la storia

Come diceva Italo Calvino, all’incirca, il Neorealismo corrispose al bisogno fisiologico di alcuni esseri umani di raccontare le proprie esperienze e di raccontarsi alla luce di fatti terribili. Il Neorealismo stesso ebbe numerosi paralleli nel resto dell’Europa, come per esempio la pittorica Nuova Oggettività. Il Neorealismo corrispose a bisogni interiori di uomini alla ricerca dell’espressione, ed è anche questo il perché della fotografia e delle ombre in certi momenti quasi espressionistiche di Roma città aperta, a buon ragione considerato come uno dei più grandi film della storia del Cinema.

Roberto Rossellini non ha la pretesa, come Vittorio De Sica, di mettere in scena la verità in maniera assoluta. Esso coinvolge e appassiona come pochi altri film neorealisti, grazie alla potente messa in scena del suo regista e all’interpretazione, oltre che della Magnani e di Fabrizi, di tutti i comprimari non professionisti, che si prestano a interpretazioni non sempre facili.

Il ruolo dei personaggi

I personaggi di Rossellini sono alle prese con una guerra e alle prese con le loro passioni, le loro debolezze e i loro limiti. Il regista pone la domanda fondamentale: qual è la responsabilità del singolo in un contesto così roboante e mastodontico come la guerra? Il singolo può agire o finirà solo e soltanto per subire? Questi ed altri quesiti pone Roma città aperta, e la risposta di Rossellini non è univoca. Ognuno agisce come meglio crede. Pina sceglie la via della tranquillità familiare. Francesco scappa da qualsiasi possibile agguato nazista. Manfredi sa adottare la via dell’eroismo. Corinna piange il suo uomo pur non riuscendo a smettere di essere una vittima. La sorella di Pina si dà alle ubriacature. Il sacerdote ripropone interrogativi fondamentali anche a livello esistenziale e non riesce a sopravvivere.

Ma è sui bambini che Rossellini si incentra, sul loro sguardo, sulla loro terribile condizione, sulla loro iniziativa e sulla loro straripante gioia di vivere che lascerebbe ben sperare, tra varie disperazioni, per ciò che riguarda il futuro dell’Italia. “Sempre che ‘sta maledetta guerra finisce”. Se poi si guarda Germania anno zero, lì sembra che neanche i bambini riescano a “sopravvivere”.

Qui per un approfondimento sull’Italia descritta in Roma città aperta

Leggi anche un’altra recensione del film

Qui per una riflessione sul neorealismo

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