“Lavorare con lentezza”: mutuando il felice, ironico ed efficace testo della celebre canzone di Enrico Del Re, una delle figure più radicali della scena musicale italiana degli anni Settanta per i suoi testi dal forte contenuto politico e civile e per la scelta di non utilizzare strumenti musicali tradizionali, Guido Chiesa, regista e sceneggiatore dotato di una solida formazione da documentarista, nel 2004, insieme al collettivo Wu Ming (divenuto noto per il romanzo Q), scrisse e diresse un ottimo film, in cui ripercorreva, con tono scanzonato, ma al tempo stesso accurato nella ricostruzione, un periodo incandescente della vita del nostro paese: quello della Bologna degli anni settanta, dell’austerity, dell’inflazione al 21%, del terrorismo e delle stragi. Le vicende di due ragazzi di periferia si mescolano a quelle dei movimenti studenteschi sulle onde di Radio Alice.
1976. Solo un anno prima Einaudi aveva pubblicato per la prima volta in Italia uno dei testi fondamentali di Gilles Deleuze e Félix Guattari, L’Anti-Edipo (1972), che aveva introdotto il concetto di quella che venne magistralmente definita la politica del desiderio. Il marxismo non poteva limitarsi alla critica del sistema economico capitalista, ma doveva penetrare anche nella dimensione privata, riformando, attraverso nuove pratiche, quegli stantii stili di vita borghesi che colludevano incessantemente con la miope logica della massimizzazione del profitto. Radio Alice, concepita nel 1975, durante il periodo di esplosione delle emittenti libere, da un gruppo di amici, in parte studenti del DAMS e per lo più provenienti politicamente dall’area di Autonomia e da quella libertaria, iniziò la sua programmazione il 9 febbraio 1976 sulla frequenza fm 100.6 MHz, utilizzando un trasmettitore militare in precedenza montato su un carro armato statunitense, reperto della seconda guerra mondiale.
Insomma, era necessario veicolare nuovi contenuti, dare voce a chi non l’aveva mai avuta, rifiutare tutta una serie di comportamenti indotti che non facevano altro che riprodurre i rapporti di produzione esistenti. Una feroce battaglia politica, economia e culturale che comportava una vera rivoluzione della vita nella sua interezza. Un periodo entusiasmante, sulla scia del quale si delinearono nuovi orizzonti di comprensione, all’interno dei quali modificare la realtà e il linguaggio.
Guido Chiesa tratteggiò un ritratto bello e veritiero di quella preziosa fase storica del nostro paese, la quale, a fronte delle numerose e significative mutazioni che voleva introdurre, trovò, come era prevedibile, profonde resistenze, che poi – è noto – sfociarono, purtroppo, negli scontri armati con la polizia (aprendo il successivo e buio periodo degli anni di piombo), innescando, senza volerlo, una pericolosa spirale di violenza. Il regista, dunque, è stato abile a porre in maniera dialettica all’interno del suo film due momenti molto diversi – quello dell’immaginazione al potere, del desiderio, del flusso creativo liberato dal narcisismo dell’autore e quello dello scontro, della lotta per le strade, della violenza e dei morti – fornendo una visione complessiva verosimile e articolata, per quanto poteva essere in grado di farlo un film di poco più di cento minuti.
Lavorare con lentezza è un film da recuperare per chi l’avesse mancato, e senz’altro da rivedere, ma soprattutto da proporre alle nuove generazioni, le quali, più che mai alienate dalle nuove tecnologiche, hanno fatalmente smarrito la fantasia, la capacità di pensare a un mondo diverso da quello malsano che hanno ereditato dai genitori. Un film che è una boccata d’ossigeno, che fa rifluire in chi guarda quel desiderio da troppo tempo drammaticamente sopito.
Pubblicato da Medusa e distribuito da CG Entertainment, Lavorare con lentezza è disponibile in dvd, in formato 1.66:1, con audio in italiano (Dolby Digital 5.1) e sottotitoli per non udenti opzionabili. Nei contenuti speciali: Making of; Radio Alice: dal documentario al film; Enzo Del Re: cantastorie di Mola di Bari; Trailer.
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