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CinemaSpagna 2018: El autor di Manuel Martín-Cuenca

Liberamente adattato del romanzo El móvil (Il movente) di Javier Cercas, El Autor, diretto da Manuel Martín-Cuenca, si è aggiudicato 2 premi Goya

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Quanti aspiranti scrittori sono rimasti bloccati davanti alla pagina bianca, senza riuscire a tirar fuori la tanta sospirata idea creativa, e sarebbero disposti a tutto per uscire dall’impasse e raggiungere il successo letterario? Questo è quanto accade ad Álvaro, il protagonista del film El Autor, diretto da Manuel Martín-Cuenca e vincitore di 2 premi Goya, liberamente adattato del romanzo El móvil (Il movente), di Javier Cercas, e presentato con enorme successo al Festival del Cinema Spagnolo 2018, presso il cinema Farnese Persol di Roma. Álvaro è un uomo come tanti, impiegato di uno studio notarile, ma con un’unica, grande aspirazione, quella di diventare un vero scrittore e di scrivere un’opera seria ed impegnata. Per raggiungere tale obiettivo, il nostro eroe frequenta da anni corsi di scrittura creativa, lezioni e seminari, senza però trovare la giusta ispirazione, mentre sua moglie Amanda (María León), nel frattempo, raggiunge un insperato successo scrivendo un romanzo rosa molto commerciale. L’esortazione che il professore di scrittura fa (denigrandolo continuamente davanti all’intera classe) al nostro protagonista, cioè quella di prendere spunto dalla vita vera per scrivere con credibilità e suspence, viene presa alla lettera, in una trama che diventa sempre più grottesca man mano che Álvaro inizia a ‘far accadere’ realmente le cose di cui scrivere, fino alle estreme conseguenze. D’altra parte Álvaro è carnefice e vittima di un mondo circostante, insensibile e prevaricatore, dal datore di lavoro alla moglie infedele, al collega invadente, al professore opportunista; perfino la coppia di messicani che lui finge di aiutare, tutti sembrano prevaricarlo senza mostrare alcuna fiducia in lui e nelle sue reali possibilità, concorrendo così all’accrescersi della sua frustrazione ed alle decisioni senza ritorno prese del protagonista.

Il regista utilizza questa pellicola per guardare in modo ironico e surreale ai desideri e alle pene dell’artista, o presunto tale, durante l’atto creativo – includendo nella categoria anche se stesso – che può diventare ragione di vita e di morte. Un intenso Javier Gutiérrez (vincitore di un Goya come miglior attore per La isla mínima) interpreta il ruolo dell’aspirante autore, mentre intorno a lui ruota una rosa di personaggi che incarnano i tipici abitanti di ogni palazzo, prima fra tutti la portinaia, una signora frustrata di mezza età ben informata sui fatti di tutti, e interpretata dall’esuberante cantante e attrice 55enne Adelfa Calvo, scoperta da Iñarritu e nota in Spagna per aver girato molte serie televisive, che ha ottenuto solo ora il suo primo Goya, del quale va fiera, e che è figlia e nipote di famose cantanti di flamenco: “Il mio personaggio – ha affermato l’attrice durante la serata festivaliera – è l’unico che si muove per amore e, visto che il protagonista è un uomo piuttosto ‘grigio’, il regista ha voluto dare brillantezza e vigore con questa portiera. Dal canto mio volevo dare voce e corpo,  attraverso questo ruolo, a tutte le donne di questa età”.

La città di Siviglia, dove il film è ambientato, rivela un lato quotidiano e ‘grigio’, legato alle sorti del protagonista, ed al suo non vedere più nient’altro che il suo pericoloso sogno, anche se di quando in quando l’inquadratura di una piazza o di una via, ne rivelano la bellezza.

Il film, realizzato in coproduzione con la compagnia messicana Alebrije Cine y Vídeo con le spagnole LaZona Films, Icónica Producciones e La Loma Blanca P.C., conta sull’appoggio dell’ICAA, Junta de Andalucía, Televisión Española e Canal Sur ed è distribuito e venduto da Filmax International.