Buongiorno notte il film di Marco Bellocchio sul rapimento di Aldo Moro
Con Buongiorno, Notte Marco Bellocchio riesce a inquadrare l'atmosfera sociale sconcertata e attonita che ha contrassegnato gli anni di piombo. Su Rai Play in streaming gratuito
Buongiorno notte è un film del 2003 diretto da Marco Bellocchio.
La trama è ripresa liberamente dal libro del 1988 Il prigioniero della ex brigatista Anna Laura Braghetti, dove si narra del rapimento, della detenzione e dell’omicidio, da parte delle Brigate Rosse, di Aldo Moro, fatti avvenuti nel 1978. Con Luigi Lo Cascio, Maya Sansa, Roberto Herlitzka, Giovanni Calcagno, Pier Giorgio Bellocchio, Paolo Briguglia.
Roma, 1978: Chiara diventa la “vivandaia” di Aldo Moro dopo il suo sequestro da parte delle Brigate Rosse. La ragazza fatica a conciliare la lotta armata con la vita di tutti i giorni, fatta di lavoro, fidanzato e rapporti con familiari, amici e colleghi.
Gli anni di piombo. Anni oscuri
Per un periodo ancora piuttosto oscuro come quello degli anni di piombo che ha contraddistinto la storia del nostro paese dai primi anni settanta alla prima metà degli ottanta, il cinema italiano ha riservato un’attenzione che non può ancora oggi dirsi compiuta. Nonostante una serie di film che con efficacia ha cercato di affrontare il tema e di descrivere il malessere profondo che ha percorso la società, è con Buongiorno, Notte che uno degli autori più acuti del nostro paese riesce a inquadrare l’atmosfera sociale sconcertata e attonita che ha contrassegnato quel momento storico.
Marco Bellocchio però si distanzia in maniera netta da quello che fino a quel momento era collocabile come cinema politico.
Ispirandosi al memoriale della terrorista Anna Laura Braghetti, il regista riprende le fasi cruciali della detenzione e dell’esecuzione di Aldo Moro da parte delle Brigate Rosse. Bellocchio adotta un registro e uno stile inaspettato rispetto ai fatti. Usa il materiale del libro per una transizione astratta della realtà nella quale i pensieri e le contraddizioni dell’unica donna del gruppo guidano l’analisi e la rilettura degli eventi senza distorsioni o fraintendimenti che derivino da quella che ormai è stata una verità assodata. Bellocchio rinuncia alla spettacolarizzazione, alla manifestazione violenta con la quale si definiscono i protagonisti, che sia l’azione diretta del gruppo, che la risposta dello stato. L’autore indirizza lo sguardo sulla fragilità insita nel corpo sociale di una nazione, attraverso i turbamenti e le riflessioni dello statista e, piaccia o meno, anche dei suoi rapitori.
Mentre i Pink Floyd rimbombano nelle nostre orecchie, scaldando il cuore e allo stesso tempo inquietando le menti, assistiamo a un film pulsante, vivo, dotato di grande delicatezza e allo stesso tempo di notevole forza visionaria, capace di mischiare senza intellettualismi sogni e realtà, libertà e prigionia fisica e mentale, trascendendo i canoni di genere senza spettacolarismi.
Buongiorno, notte, ossimoro e contrasto esistenziale, è uno capolavori di Bellocchio insieme a I pugni in tasca: il carattere eversivo della sua opera prima si direziona verso una posizione saggia e consapevole.
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