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Film da Vedere

Con Guendalina Alberto Lattuada metteva in scena la fase di transizione del nostro paese dal dopo guerra al miracolo economico

Guendalina, nonostante la sua forma apparente di innocua commedia sentimentale, possiede una forza innovativa notevole nella misura in cui diede corpo a un’indagine psicologica dei personaggi che raramente si era vista in precedentemente nel nostro cinema

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Davvero una scoperta Guendalina (1957), notevole e ingiustamente dimenticato lungometraggio del mai troppo celebrato Alberto Lattuada, laddove, attraverso la messa in scena di un amore estivo (e autunnale) di due giovani, veniva rappresentata la formazione sociale, economica e antropologica dell’Italia della fine degli anni ’50. Il film in origine doveva essere diretto da Valerio Zurlini che ne aveva scritto il soggetto, ma Carlo Ponti, il produttore, preferì affidarlo a Lattuada, con grande rammarico del regista de La ragazza con la valigia, la cui firma gli valse comunque nel 1958 il Nastro d’argento.

A completare la scrittura parteciparono Leo Benvenuti e Piero De Bernardi, due veterani del cinema italiano; le musiche furono composte dal maestro Ennio Morricone; alla fotografia fu ingaggiato Otello Martelli, che nella sua lunga carriera collaborò, nelle vesti di operatore o direttore delle luci, con Roberto Rossellini, Alberto Lattuada, Federico Fellini, Alessandro Blasetti, Giuseppe De Santis, Vittorio De Sica e Pier Paolo Pasolini; al montaggio altre due eccellenze, quali Leo Catozzo e Eraldo Da Roma, anch’essi sempre presenti nelle opere di alcuni dei registi più significativi del nostro cinema.

Era doveroso introdurre il film rendendo note le straordinarie ‘maestranze’ che ne permisero la realizzazione. Nel cast troviamo Jacqueline Sassard (Guendalina), che poi interpreterà Francesca in Nata di Marzo (1958) di Antonio Pietrangeli e Rossana in Estata violenta (1959) di Valerio Zurlini; lo sfortunato Raf Mattioli (Oberdan, il fidanzato di Guendalina), morto a soli 24 anni per un’ischemia; e poi due divi sempiterni quali Sylva Koscina e Raf Vallone, efficacissimi nel ruolo dei genitori all’interno di una famiglia dell’alta borghesia milanese in vacanza a Viareggio (quantunque il periodo di residenza estiva si prolungherà fino ad autunno inoltrato a causa dei problemi legali dovuti alla volontà di separarsi della coppia). Oberdan, invece, è di estrazione popolare; la sua famiglia è composta dalla madre, vedova, dalla sorella e da una nipote piccola con problemi di udito. Eppure il ragazzo vuole studiare architettura e migliorare la propria condizione. Due mondi diversissimi si incontrano, e sullo sfondo domina il tormento interiore di Guendalina che vive con grande disagio il conflitto dei genitori, essendo legata a entrambi.

Guendalina, allora, assume la doppia fisionomia di racconto di formazione e testimonianza di un periodo storico di transizione, quello immediatamente precedente all’imminente miracolo economico che, da lì a poco, avrebbe investito, donando una notevole dose di entusiasmo, il nostro paese. Il manierismo di talune scene, il contenimento dei dialoghi e il doppiaggio realizzato con voci ‘classiche’, teatrali evidenziano esattamente la tensione di un’opera ancora legata a vecchi schemi narrativi e contemporaneamente lanciata verso un’indagine psicologica dei personaggi nuova, più profonda, in grado di tracciare profili umani non ancora visti sul grande schermo. E poi – forse il dato più significativo – l’incontro, come si accennava all’inizio, di due classi incompatibili, che, al netto dell’infatuazione dei loro giovani rappresentanti, non potevano davvero amalgamarsi, essendo divise da barriere economiche e culturali (ideologiche) non trascendibili. Senza dimenticare la chiara denuncia espressa nei confronti dell’ipocrisia borghese della famiglia di Guendalina, con un padre irrimediabilmente fedifrago, che non intende rinunciare al suo interesse per il gentil sesso, e una madre che, pur di non essere abbandonata, finge di credere al ravvedimento del marito.

Insomma, Guendalina, nonostante la sua forma apparente di innocua commedia sentimentale, spesso attraversata da taluni cliché abbondantemente visti in precedenza, possiede una forza innovativa notevole rispetto a tanto cinema dell’epoca, con il quale si pone in una dialettica di superamento, in direzione di una nuova stagione in cui, lasciandosi alle spalle parecchia retorica, si cominciò a stigmatizzare, senza fare sconti, la germogliante umanità italiana sorta dalle ceneri di quella paleocapitalistica, ingenua e spensierata del dopo guerra. Al benessere economico subentrarono le nevrosi, le contraddizioni e le miserie di un mondo prossimo a una degenerazione che non avrebbe risparmiato nessuno.

Pubblicato e distribuito da CG Entertainment, Guendalina è disponibile in dvd, in formato 1.33:1, con audio Dolby Digital 2.0 e sottotitoli per non udenti opzionabili.

Trova Guendalina su CG Entertainment

  • Anno: 1957
  • Durata: 90'
  • Distribuzione: CG Entertainment
  • Genere: Commedia
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Alberto Lattuada

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