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Film da Vedere

Con Fighting Dito Montiel dà corpo alla costante osmosi intercorrente tra la città e i personaggi che si muovono in essa

Fighting è una storia di redenzione laica in cui ciascuno deve fare ricorso a tutta la propria umanità per spuntarla. Bisogna perseguire i propri desideri fino in fondo, non lasciarsi scoraggiare

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Chi si è affrettato a bollare Fighting come un film anacronistico e prevedibile probabilmente non ha compreso la poetica di Dito Montiel, regista e scrittore statunitense, il cui tratto peculiare è quello di raccontare storie che si dipanano negli spazi sconnessi della metropoli per eccellenza, New York. Il paesaggio urbano non fornisce solo lo sfondo su cui si muovono i personaggi, piuttosto è proprio a partire da esso che tutti i soggetti della rappresentazione si costituiscono sul piano identitario. È operativa un’evidente osmosi attraverso cui si impone una sorta di indiscernibilità tra il singolo e la comunità, ogni volta restituita sotto forma di continua presenza che incide in maniera sensibile sulle vite e sui destini di ciascuno. Anzi, in un certo senso, è proprio la città disordinata, caotica, pericolosa, eppure sempre ammantata di un fascino irresistibile, la vera protagonista. Da essa, e in essa, ognuno diviene ciò che è, sempre all’interno di un’imprescindibile intersoggettività, che precede logicamente, cronologicamente e ontologicamente il singolo: in questo senso, Montiel è naturaliter aristotelico, ovvero riconosce, giustamente, un congruo valore ai tutti quei fattori ritenuti normalmente trascurabili, e che, invece, si rivelano determinanti nell’economia dello sviluppo psichico delle persone e nell’evoluzione degli eventi.

Premesso ciò  – avendo, ovvero, individuato la cifra stilistica del cineasta – risulta chiaro che l’amabile anacronismo di Fighting (il film è senza dubbio connotato da un’estetica cinematografica fortemente anni novanta) non è un effetto collaterale, bensì il risultato di un preciso approccio che vuole recuperare il decisivo rapporto intercorrente tra i personaggi e il mondo in cui vivono. A tempo di rap, Shawn MacArthur (un opportuno Channing Tatum) si deve scontrare con la durezza di una realtà che non concede sconti, fino ad affrontarla in un duello mortale, un corpo a corpo che lascia i segni: sebbene mosso dai ricchi compensi messi in palio nei combattimenti clandestini cui partecipa, grazie all’amico-manager Harvey Boarden (Terrence Howard) che glieli organizza, Shawn ha una propria etica derivata da un passato pesante che non è riuscito a elaborare adeguatamente. La logica del profitto, pur molto importante, cede il passo a un fortissimo desiderio di riscatto, di rivincita rispetto a un destino che l’ha messo ai margini.

E poi i sentimenti: Shawn incontra Zulay Valez (Zulay Henao), la cameriera di un bar di cui è un abituale avventore, e se ne invaghisce perdutamente. Dito Montiel gira alcune delle più belle scene d’amore mai viste al cinema. Le mani dei due si incontrano, i corpi si sfregano, le bocche si cercano; la resistenza della donna al pur forte desiderio che la anima è assai poetica: non c’è manierismo, retorica, né collusione con la bulimia dello sguardo dello spettatore. Finalmente si dà corpo in maniera realistica, credibile, all’eccedenza di un Evento amoroso.

Bisogna perseverare, non demordere, essere fedeli fino in fondo a se stessi e alle persone in cui si crede. Anche quando la fiducia vacilla, resistere. Si deve rischiare, scommettere, rilanciare, per aprire nuovi ed entusiasmanti orizzonti su cui posare lo sguardo, smarcando la cupa incombenza di ciò che ci vorrebbe ridurre al ruolo di soggetti fatalmente consegnati a un invincibile destino. Fighting è una storia di redenzione laica in cui ciascuno deve fare ricorso a tutta la propria umanità per riuscire a spuntarla. La speranza, dunque, ricopre un ruolo essenziale, ma non è, si badi bene, la gratuita velleità delle anime belle, piuttosto un traguardo guadagnato con l’ostinazione dei propri desideri, perseguiti fino in fondo. D’altronde Jacques Lacan non smise mai di ripetere che “non bisogna cedere sul proprio desiderio”.

Pubblicato da Universal Pictures e distribuito da CG Entertainment, Fighting è disponibile in blu ray, nella versione estesa, in formato 1.85:1 con audio in varie lingue (DTS-HD Master Audio 5.1) e vari sottotitoli opzionabili.

Trova Fighting su CG Entertainment

  • Anno: 2009
  • Durata: 108'
  • Distribuzione: CG Entertaiment
  • Genere: Drammatico
  • Nazionalita: USA
  • Regia: Dito Montiel

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