Europa ’51, un film del 1952 diretto da Roberto Rossellini, interpretato da Ingrid Bergman. La presentazione del film ci fu alla 13ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia il 12 settembre 1952. Europa ’51 viene ricondotta alla cosiddetta “Trilogia della solitudine” di Rossellini, insieme a Stromboli, terra di Dio (1950) e Viaggio in Italia (1954).
Soggetto: Roberto Rossellini, Massimo Mida, Antonello Trombadori, Federico Fellini, Tullio Pinelli.
Sceneggiatura: Sandro De Feo, Ivo Perilli, Mario Pannunzio, Brunello Rondi. Non accreditati: Jean-Paul Le Chanois, Diego Fabbri, Antonio Pietrangeli.
Sinossi
Roma, secondo dopoguerra. Michel, figlio dei benestanti coniugi Irene e George Girard, cerca di attirare su di sé l’attenzione della madre. Quella sera, il ragazzino tenta il suicidio gettandosi dalle scale. In ospedale, Irene si ripromette di essere una madre migliore; poco dopo, il piccolo muore in seguito a complicazioni. Il cugino di Irene, Andrea, giornalista con tendenze comuniste, la guida per quelle strade della città in cui regna la povertà. La donna decide di dare una mano. Per aver lasciato scappare un ragazzo, inseguito dalla polizia per aver commesso una rapina, Irene viene arrestata per favoreggiamento. Lì il marito, stufo delle sue assenze e del suo strano comportamento, arriva alla conclusione che Irene sia impazzita, e la fa internare in un manicomio.
“Europa ’51 è il racconto utopico del rifiuto dell’ideologia (anche estetica), è il catalogo e la storia stessa di un cinema (alla fine dietro le sbarre-TV, ma guardato da chi ‘deve guardare’) che rifiuta lo schema rappresentazione-interpretazione” (Paura e desiderio – cose (mai) viste, Enrico Ghezzi).
Recensione
Le macerie in Europa ci sono ancora, quando Roberto Rossellini, dopo aver girato tra quelle di Berlino Germania anno zero, affronta a Roma il suo dopoguerra. Europa ’51 è la traversata di una Roma borghese, di una Roma politica, di una Roma proletaria (la fabbrica, perfino) e sottoproletaria (le borgate) di cui La dolce vita del suo amico Federico Fellini potrebbe anche figurare come un remake più ‘borghese’ con protagonista maschile e senza scelte e soluzioni drammatiche. Già preparando il suo film dichiarò Rossellini di essersi ispirato alle opere e alla figura di Simone Weil, che in Italia ben pochi sapevano chi fosse. Assistito da una Ingrid Bergman frastornata quanto la sua Irene, con un punto di partenza che ne distrugge le sicurezze e le abitudini borghesi, la sua inquietudine e la sua ricerca di una ragione per continuare a vivere, la portano ad una totale insoddisfazione.
Forse è il film più bello tra i film belli di Rossellini, tra i suoi capolavori, ma in ogni caso Europa ’51 è certamente il film più politico di questo regista, di cui più tardi una certa astuzia politica avrebbe limitato l’ispirazione. È un capolavoro che l’Italia del tempo si meritava, ma che non si meritavano i critici e gli ideologi che del suo cinema si occupavano.
(Goffredo Fofi)