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Film da Vedere

Disponibile in home video Il fiume ha sempre ragione di Silvio Soldini, una preziosa e poetica testimonianza sulla resistenza dell’oggetto alla smaterializzazione

Silvio Soldini realizza un agile documentario (72’) in cui riesce a restituire in pieno il fascino della semplicità di un gesto antico e l’amore per un’arte capace di rigenerare l’atrofizzato immaginario contemporaneo, donandogli una preziosa linfa

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Forse non tutti sanno che Silvio Soldini, oltre a essere l’interessante cineasta di opere di finzione che tutti conosciamo – celebri in tal senso sono alcuni titoli della sua filmografia quali Pane e tulipani (2000), Brucio nel vento (2002) e Giorni e nuvole (2007) – ha alle spalle una solida carriera di documentarista, cominciata sin dal lontano 1985 e proseguita senza interruzioni per quasi trent’anni. Reduce dal fantasy Il comandante e la cicogna (2012), il regista milanese torna alle origini per cimentarsi con il mondo della tipografia, tentando di dare corpo alla volatilità di un passato magicamente riattualizzato dall’encomiabile lavoro di due personaggi straordinari, Alberto Cariraghy e Josef Weiss, entrambi dediti all’antichissima arte della stampa.

Incuranti del progresso tecnologico da cui sono fatalmente accerchiati, i due artisti-artigiani ‘resistono’, utilizzando macchinari meccanici, meravigliosamente ancora funzionanti, con cui imprimono su un’immacolata carta di cotone, che tagliano a mano, alcuni splendidi caratteri che impreziosiscono a dismisura le originalissime pubblicazioni a tiratura limitata di cui sono gli autori. Ma ciò che rende il loro lavoro straordinario è il fatto che il procedimento utilizzato è ancora quello della ‘composizione’ (esattamente come si faceva centinaia di anni fa), per cui ogni singola frase deve essere minuziosamente realizzata attraversa la perfetta giustapposizione delle lettere in piombo, che poi, immesse sul piano di lavorazione della macchina, rigorosamente azionata da un ampio gesto umano, andranno a costituire il contenuto dei bellissimi libri.

Alberto, con un temperamento spiccatamente artistico, ci mostra gli esemplari del suo lavoro, intrattenendoci con alcune interessanti riflessioni filosofiche, sorte dalle buone letture (efficacissimo in tal senso l’aforisma riferito di E. M. Cioran: “La mia forza è il non aver dato risposta a niente”), e ci conduce nel suo atelier, dove, anche grazie all’ausilio di alcuni compagni volontari, continua amabilmente a dedicarsi alla sua instancabile passione.

Josef, abitante oltre il confine, in Svizzera, è, invece, attratto dal fascino materico del suo mestiere, ed è davvero un piacere per gli occhi vederlo mentre si produce in un lavoro di restauro di un’antica edizione dell’Iliade di Omero: ogni passaggio del processo – slacciare il filo della vecchia rilegatura, creare un nuovo e più solido supporto su cui fissare le vecchie e affascinanti pagine ingiallite dal tempo e applicare la nuova copertina di un colore sgargiante – rivela un amore indescrivibile per ‘l’oggetto’, laddove, invece, la postmodernità è completamente indirizzata verso una smaterializzazione che riduce al minimo la manualità, finanche rendendo superflua la realizzazione del ‘prodotto’, che sembra inesorabilmente destinato a vivere virtualmente nell’asetticità di un’interfaccia.

Il loro, dunque, diventa, come scritto su un cartello fugacemente inquadrato dalla macchina da presa di Soldini, un atto di resistenza nei confronti della logica della diffusione di massa. Ma è bene sottolineare che i due, pur ostinatamente restii alle nuove tecnologie, riconoscono anche tutti gli effetti positivi dell’era digitale (la possibilità, per esempio, di accedere a una serie di contenuti prima interdetti), e, quindi, l’indugiare nella loro antichissima pratica è una scelta poetica che si oppone alla deriva tragicomica (il lato ridicolo del progresso) di un mondo sempre più ripiegato su se stesso.

Silvio Soldini realizza un agile documentario (72’) in cui riesce a restituire in pieno il fascino della semplicità di un gesto antico e l’amore per un’arte che sa ancora ritagliarsi uno spazio in cui produrre valori simbolici pregnanti in grado di rigenerare l’atrofizzato immaginario contemporaneo, donandogli una preziosa linfa. Un film ‘inattuale’ che consigliamo caldamente.

Pubblicato da Mustang Entertainment per I Wonder Pictures e distribuito da CG Entertainment, Il fiume ha sempre ragione è disponibile in dvd, in formato 1.78:1, con audio Dolby Digitale 2.0 e sottotitoli per non udenti opzionabili. Negli extra è presente Quattro giorni con Vivian (2008, 45’), un documentario realizzato da Soldini sulla poetessa italiana Vivian Lamarque.

Trova Il fiume ha sempre ragione su CG Entertainment

  • Anno: 2016
  • Durata: 73'
  • Distribuzione: CG Entertainment
  • Genere: Documentario
  • Nazionalita: Italia, Svizzera
  • Regia: Silvio Soldini

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