The Constitution – Due insolite storie d’amore offre lo spaccato di un paese giovane e lacerato da profonde differenze che la stabilità recente conseguita non sembra aver sanato. Intolleranza verso gli omosessuali, odio atavico fra i serbi e i croati e un nazionalismo esasperato: questi paiono i fondamenti della moderna Croazia, che il film rappresenta sullo schermo con asciuttezza e sobrietà, senza calcare la mano sugli aspetti più sgradevoli e violenti. Pur nelle reciproche differenze che li separano, i personaggi riusciranno – costretti da una frequentazione coatta dovuta al domicilio nel medesimo caseggiato – a superare le barriere d’inimicizia e diffidenza e a conoscere i valori della tolleranza e della solidarietà contenuti nella costituzione croata, la cui importanza viene infatti esplicitata sin dal titolo.
L’insegnante di mezz’età Vjeko, emarginato per il suo orientamento sessuale, è costretto a occuparsi del padre morente. Ad aiutarlo a badare al genitore infermo penserà la vicina di casa Maja. Per sdebitarsi, Vjeko insegnerà a leggere e a comprendere la costituzione croata ad Ante, marito di Maja, che vede minacciato il suo impiego di poliziotto.
In gran parte ambientato in un condominio di Zagabria, capitale di una delle repubbliche più progredite, insieme alla Slovenia, in quanto inserita nel sistema economico austrotedesco, The Constitution – Due insolite storie d’amore di Rajko Grlic racconta, con una leggerezza di tono che evita il compiacimento e gli eccessi melodrammatici, le divisioni profonde che attraversano la società croata a tre lustri dalla sofferta conquista dell’indipendenza. L’implosione dell’ex Jugoslavia e l’accesso alla libertà delle sei repubbliche costitutive (specie di quelle che più si erano battute in tal senso, come la Slovenia e appunto la Croazia) non hanno apportato quei mutamenti di stampo democratico e liberale auspicati al momento dell’indipendenza. La Croazia odierna, sembra sostenere il regista, è piagata da mali atavici, quali il rifiuto e il disprezzo verso l’omosessualità e la secolare e mai sopita inimicizia, per non parlare d’autentica ostilità, fra i serbi e i croati che, separati da una diversa confessione religiosa (ortodossi i primi, cattolici i secondi), sono tuttavia accomunati dalla medesima lingua. A lacerare la società concorrono anche fenomeni come le differenze di classe, non ancora sanate dopo un quarto di secoli d’indipendenza, gli abusi della polizia e persino la violenza sugli animali. Tali differenze attraversano in primis i nuclei familiari stessi, a cominciare dall’inimicizia e dall’ostilità che separa Vjeko dal vecchio padre, appartenente a una generazione che non capisce e rifiuta i cambiamenti avvenuti negli ultimi decenni e sfoga la propria rabbia sul figlio. Riguardo all’altra coppia di protagonisti, formata dall’infermiera Maja e dal marito Ante, sembra non voler accettare la senescenza incipiente e adotta atteggiamenti quantomeno fuori luogo. L’incontro fra i due gruppi avviene in seguito all’atto d’intolleranza di cui è vittima Vjeko, il quale, convalescente, necessita dell’aiuto di Maja per curare il vecchio padre infermo. Per sdebitarsi, spiegherà i valori della costituzione del loro paese, quella redatta nel 1991 che ne sancì l’indipendenza e aprì la strada alla democrazia, al burbero Ante che rischia il posto di lavoro.
Nel contesto della finzione diegetica, quanto poteva essere un semplice bigino di educazione civica, viene calato nella vita dei personaggi e acquista un valore e senso autentico e reale: le norme che sostanziano la carta fondamentale di quel paese, vengono agite dai personaggi stessi, che ne divengono rappresentanti nella realtà quotidiana. Un valore aggiunto di The Constitution – Due insolite storie d’amore è inoltre costituito dalla ricchezza di sfaccettature che caratterizza i personaggi, specie quello di Ante che, per vendicare Vejko, va a caccia dei suoi aggressori e, abituato com’è ad usare la violenza, si vendica nell’unico modo che conosce. Ma Ante è insieme un marito affettuoso e considera il suo cagnolino come il figlio che non ha mai avuto con la moglie Maja. Come si vede, temi complessi che intrecciano le vicende private alla storia collettiva vengono qui affrontati con un taglio, se non da commedia tout court, da commedia drammatica, capace di bilanciare i toni drammatici a quelli più leggeri e di far emergere l’autenticità dei personaggi, qui opportunamente sbozzati e a tutto tondo e resi perciò sempre credibili e interessanti. Merito anche delle solide interpretazioni del quartetto di attori, che interpretano con convinzione ruoli ambigui e contraddittori, ricchi di luci e d’ombre, garantendo così quel sovrappiù di realismo che permette al film di raccontare senza filtri la realtà di quel paese.