Sguardi Altrove, uno tra i sette festival cinematografici milanesi, compie i suoi venticinque anni e li festeggia con un’edizione che è ancora frutto di grande impegno e competenza. Lo sguardo femminile del titolo è rivolto al mondo in tutte le sue possibili sfumature, su diverse tematiche e su luoghi anche molto lontani, per ritrovare una sensibilità comune e ampie condivisioni.
L’aspetto planetario della rassegna (che non tralascia affatto la valorizzazione della cinematografia nazionale, nella sezione Frame Italia) è sottolineato in conferenza stampa dall’assessore alla cultura Filippo Del Corno, un volto amico oramai in questa città che (nell cinema, nell’arte, nella cultura tutta) ha un ruolo fondamentale. Dal Comune di Milano, infatti, i festival del cinema sono sostenuti in maniera convinta, dice anche la Presidente della Commissione Pari Opportunità, Diana De Marchi; questo festival in particolare, per i molteplici punti di vista che permettono di osservare le trasformazioni sociali nelle tematiche di genere. Nella nuova edizione, e se ne dichiara contenta, sono stati inseriti importanti contributi maschili, fondamentali per dibattiti, confronti e scambi sui problemi di fondo, come quello della violenza, nei posti di lavoro e nel privato, che sarà il focus di quest’anno.
Settanta i film proposti, compresi i documentari, che sono una gradita novità: lavori, tutti, che difficilmente si potranno trovare nelle sale per le solite difficoltà distributive; dodici in concorso (Nuovi Sguardi), scelti accuratamente da Marianna Cappi, Barbara Nava, Anna Maria Pasetti. Storie ambientate nel passato o nel presente, ma rivolte a un futuro di cambiamento, si spera il più vicino possibile, afferma la presidente del festival Patrizia Rappazzo. Ben nove su dieci autrici sono esordienti nel lungometraggio, e raccontano di piccoli grandi eroi, anche uomini, che hanno inciso sul quotidiano, perché ciò che importa è appunto lo sguardo femminile che li rievoca o li descrive. E che si posa su argomenti sempre diversi; uno in particolare quello del passaggio dal misticismo all’integralismo in tre pellicole, da Algeri, alla Russia ad Israele.
Quindici i titoli dei corti in concorso per la sezione. Parlano di guerra e di amore, rapporti familiari e soprusi, di amicizia e differenze culturali, sentimenti e senso di inadeguatezza.
Sette film per la sezione Diritti umani: temi drammatici, forti, dai bambini in orfanotrofio, alla prostituzione delle donne africane, ma narrati dall’interno, empaticamente, con vicinanza e cura registica. Tra questi Futuro è donna di Jo Squillo, simpaticamente presente in sala prima di correre alla sezione femminile del carcere di San Vittore per il concerto con le detenute del coro Oltre le mura. Futuro è donna, presentato l’anno scorso a Venezia, è la testimonianza struggente di donne miracolosamente sopravvissute alla morte per mano del loro compagno, una raccolta di esperienze private che, coraggiosamente rese pubbliche, possono essere utili a tante altre in situazioni simili, prima che sia troppo tardi.
Un posto particolare verrà dedicato al cinema bulgaro, di cui il critico Nicola Falcinella presenterà due film: Divorce albanian style e Voevoda. Parteciperà anche alla tavola rotonda dal titolo Il cinema dell’Europa dell’Est. Finestra sulla Bulgaria ospitato dalla sede milanese del Parlamento Europeo. Nicola Falcinella spiega come il cinema bulgaro, confrontato a quello degli altri paesi dell’Europa orientale, quello rumeno ad esempio, sia meno conosciuto, nonostante le registe bulgare siano molto significative. Ne sono prova i due film di Kristina Grozeva, Glory- non c’è posto per gli onesti e The lesson, arrivati fortunatamente in Italia. Anche il console della Bulgaria, presente alla conferenza, sostiene che il cinema del suo paese ha bisogno di una maggiore distribuzione, e si dichiara riconoscente al cinema Anteo per la rassegna organizzata la scorsa primavera, che ha avuto, tra l’altro, un ottimo successo di pubblico.
Il premio alla carriera verrà attribuito a Francesca Archibugi che terrà due lezioni di regia agli studenti della Civica Scuola Luchino Visconti e a quelli dello Iulm .
Il tema portante, infine, di tutta la venticinquesima edizione, che vede anche eventi altri, dal teatro alla presentazione di libri, è I talenti delle donne. L’arte del fare , a voler giustamente insistere sulla capacità, tutta femminile, di essere creative e fattive nello stesso momento.
Il festival inizierà l’11 marzo per terminare il 18, sovrapponendosi per un giorno a quello del Cinema Africano, d’Asia e America Latina (dal 18 al 25), altra rassegna milanese, e internazionale, altrettanto ricca e articolata.