Se nel 2005 l’Amityville horror con protagonista Ryan Reynolds si propose in qualità di remake dell’omonimo classico del cinema di paura che, diretto ventisei anni prima da Stuart Rosenberg, prese le mosse dal romanzo Orrore ad Amityville – a quanto pare ispirato a fatti realmente accaduti – di Jay Anson, aprendo la strada ad una delle saghe più prolifiche del genere caro a Dracula e Freddy Krueger, l’Amityville – Il risveglio visto nelle sale italiane ad Agosto 2017 può essere tranquillamente considerato un reboot del popolare franchise.
Reboot dal sapore metacinematografico (durante lo svolgimento compaiono dvd del citato film con Reynolds e di Amityville possession) e in aria di allegoria relativa all’eutanasia, in quanto, quarant’anni dopo un servizio giornalistico datato 1974 e riguardante una strage avvenuta al numero 112 di Ocean Avenue, a fare da nuovi inquilini dell’abitazione maledetta nella cittadina costiera di Amityville sono la giovane Belle interpretata da Bella Thorne, la madre Joan, la sorellina Juliet e il fratello in coma James, ovvero Jennifer Jason Leigh, McKenna Grace e Cameron Monaghan.
La Belle che, evitata e presa in giro dai compagni di scuola, comincia a scoprire i retroscena riguardanti la vecchia casa coloniale e la presenza di qualcosa di maligno grazie all’amico Terrence alias Thomas Mann, personaggio che si aggiunge nella lenta evoluzione della vicenda come pure quello del dottor Milton dalle fattezze del veterano Kurtwood”Robocop”Smith.
Man mano che Franck Khalfoun, cui si devono l’ottimo thriller – 2 Livello del terrore e la lodevole rilettura 2012 del violentissimo Maniac di William Lustig, provvede a rimescolare le tipiche carte amityvilliane ricorrendo non solo all’immancabile presenza di mosche quale testimonianza del male incombente, ma tirando in ballo consueti incubi e improvvise apparizioni atte a far balzare lo spettatore dalla poltrona per merito anche del sempreverde utilizzo del sonoro.
Fino ad approdare al massacro pre-epilogo di un’operazione che, professionalmente confezionata e toccante la tematica della famiglia volta a fare i conti con il proprio allontanamento da Dio, viene resa disponibile su supporto blu-ray da 01 Distribution.
La stessa 01 che, rimanendo nell’ambito di inquietudine in fotogrammi derivata da eventi reali, rende invece disponibile in solo formato dvd Angoscia, debutto dietro la macchina da presa per il Sonny Mallhi che è stato, tra l’altro, produttore esecutivo di The strangers di Bryan Bertino.
Debutto che, datato 2015, apre all’insegna della tragedia – anticipando, curiosamente, l’analogo inizio del successivo Annabelle 2: Creation di David F. Sandberg – per immergersi immediatamente in una apparentemente tranquilla provincia americana non tanto dissimile, in fin dei conti, rispetto a quella in cui David Lynch ha ambientato la sua chiacchieratissima serie televisiva I segreti di Twin Peaks.
Provincia che non può neppure fare a meno di ricordare lo scenario di alcuni dei migliori racconti nati dalla penna di Stephen King e in cui Ryan Simpkins viene calata nei panni della adolescente Tess, sofferente fin da piccola di depressione e disturbi comportamentali ed appena trasferitasi insieme alla genitrice nella zona, dove fa anche conoscenza con la Sara incarnata da Karina Logue.
La Sara che ha perso in un incidente la figlia con cui proprio Tess sembra cominciare a stabilire uno strano legame, nel corso di quello che, tra ombre e suggestioni psicologiche, si presenta chiaramente in qualità di dramma familiare infarcito di elementi horror.
Dramma che, impreziosito da una fotografia trasudante toni cupi, non poggia affatto sul sensazionalismo da effetto sanguinolento e su mostruose creature soprannaturali, facendo della desolata, a suo modo funerea e tutt’altro che metropolitana atmosfera il proprio ingrediente maggiormente affascinante.
Con lodevoli interpreti e un evidente sottostesto riguardante le difficoltà della crescita.