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Film da Vedere

Due occhi diabolici: George A. Romero e Dario Argento si cimentano con Edgar Allan Poe

Un’adorabile staffetta, nel segno della letteratura del grande Edgar Allan Poe, tra due pilastri del cinema dell’orrore: George A. Romero e il nostro Dario Argento

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Un’adorabile staffetta, nel segno della letteratura del grande Edgar Allan Poe, tra due pilastri del cinema dell’orrore: George A. Romero e il nostro Dario Argento. Due occhi diabolici fu a livello produttivo completamente realizzato dal nostro paese, nella fattispecie da Achille Manzotti e dallo stesso Argento, coadiuvato dal fratello Claudio. Originariamente gli episodi dovevano essere quattro, rispettivamente di Romero, Argento, Stephen King e John Carpenter. Romero e Argento, che avevano già proficuamente collaborato per il film di culto del regista americano Dawn of the dead, stavolta non trovarono l’antica intesa, anzi pare che durante la lavorazione vi furono molti litigi tra loro: in particolare Argento rimproverava Romero di aver girato svogliatamente.

Il primo dei due episodi, diretto da Romero, è Fatti nella vita del signor Valdemar, liberamente tratto dal racconto di Edgar Allan Poe del 1845 La verità sul caso Valdermar (The Facts in the Case of M. Valdemar). Protagonista è Adrienne Barbeau, l’indimenticabile interprete di tanti importanti film horror tra la fine degli Settanta e l’inizio degli Ottanta (impossibile dimenticare la sua partecipazione a 1997: Fuga da New York di John Carpenter, di cui fu anche moglie), nel ruolo di Jessica Valdemar, la quale a fronte dell’imminente morte dell’anziano marito cerca di arraffare più denaro possibile per assicurarsi un piacevole futuro con il suo amante, che, in combutta con lei, si adopera, utilizzando l’ipnosi, a estorcere concessioni e firme per ottenere un anticipo sull’eredità. Non si può non pensare, guardando questa intrigante prima parte, allo sconvolgente, duro, indimenticabile film di Ingmar Bergman Sussuri e grida (1972) in cui, alla stregua di Ernest Valdemar, Agnese (la sublime Harriet Andersson) si produceva in inquietantissimi dialoghi post mortem, provocando un palpabile terrore nello spettatore. La nobile parentela aiuta a inquadrare meglio il film di Romero, che, se come in molti hanno notato ha una fisionomia e dei tempi piuttosto televisivi, riesce, comunque, a calamitare l’attenzione, grazie alla discreta prova degli interpreti e alla generale bontà della messa in scena.

Di tutt’altra risma è l’episodio diretto da Dario Argento, laddove la visionarietà del regista dà corpo a significative sequenze (come quella in cui il protagonista si ritrova in una situazione onirica dove, in un rovesciamento della morale inquisitoria tipica del Medio Evo, viene condannato per aver ucciso un gatto nero, animale ritenuto sacro). L’associazione della figura femminile a quella diabolica del felino, quadrupede che nell’immaginario ha sempre costituito l’incarnazione del Male (anzi si riteneva che le streghe bruciate al rogo tornassero in vita sotto quelle sembianze), richiama alla memoria un altro recente e perturbante film in cui veniva postulato, almeno sul piano iconografico, il rapporto tra donna e malvagità, ovvero Antichrist di Lars Von Trier. C’è da segnalare, poi, che il racconto di Poe aveva già ispirato Black Cat (1981) di Lucio Fulci, una trasposizione piuttosto infedele dell’opera letteraria. Il regista avrebbe dovuto dirigerne un’altra versione all’inizio degli anni novanta, ma alla fine fu Luigi Cozzi, anche sceneggiatore, a firmare la pellicola.

Il protagonista, Roderick Usher (interpretato dal sempre opportuno Harvey Keitel) viene penetrato, dopo l’ingresso del felino nella casa che condivide con la fidanzata, dal tocco del Male, per cui, pur non essendo incline per natura a commettere azioni riprovevoli, subisce un fascino cui non sa resistere. Il gatto nero, tra l’altro, porta sul suo corpo il segno che presagisce il destino di Roderick, il quale cerca in tutti i modi di scampare la funesta profezia. Quindi, a differenza del racconto di Poe, Argento costruisce una storia che rappresenta anche il disperato tentativo di sottrarsi alla fatalità di un epilogo imposto, cui invece si contrappone la volontà di esercitare il libero arbitrio per essere padroni della propria vita.

Molti ritengono questa prova di Dario Argento una delle cose migliori da lui realizzate negli ultimi anni, e indubbiamente ci sono alcuni guizzi visivi che ricordano il più esaltante periodo della carriera del regista romano.

Pubblicato da Mustang Entertainment e distribuito da CG Entertainment, Due occhi diabolici è disponibile in dvd, in formato 1.85:1, con audio in italiano (Dolby Digital 2.0) e sottotitoli per non udenti opzionabili.

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  • Anno: 1990
  • Durata: 117'
  • Distribuzione: CG Entertainment
  • Genere: Horror
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Dario Argento, George A. Romero