Può una storia ambientata nel futuro raccontare l’involuzione e l’apatia del genere umano? La risposta è sì. L’ha raccontato Ridley Scott nel 1981 con il distopico Blade Runner, avvolgendo lo spettatore in un’atmosfera dark e opaca grazie all’occhio di un poliziotto a caccia di replicanti, le copie esatte degli umani ma usati come schiavi. Questi ultimi iniziano a ribellarsi, cercando di trovare una soluzione per cancellare la loro unica debolezza: la vita troppo breve.
Questo problema in Altered Carbon è stato pienamente risolto. Non sono i cloni a cantar vittoria dopo essere riusciti a superare la soglia dei 4 anni di vita, ma l’uomo stesso contro la sua stessa essenza. L’unica certezza del genere umano è il suo essere ciclico: si nasce, si cresce, e infine, si muore, lasciando spazio alle future generazioni l’onere e l’onore di portare avanti la specie. Le difficoltà emergono nel momento in cui uno di questi punti scricchiola, perché tutto cambia. La serie non affronta tanto l’estinzione dell’umanità, quanto quella dell’anima.
È il 2384, e la scienza è riuscita a vincere la morte. Non è più un’utopia l’eternità, grazie alle moderne tecnologie. Chiunque può essere trasferito in corpi nuovi di zecca con l’utilizzo di un dispositivo impiantato dietro il collo, capace di assorbire le nostre esperienze e i nostri ricordi. In pratica, il backup della nostra coscienza.
Urrà, si potrebbe dire! Finalmente l’unico neo rimasto è stato tolto. Era infatti un peccato che il nostro organismo all’avanguardia, l’unico dotato di una mente tanto sopraffine, potesse avere la stessa sorte di animali esigui e infimi come gli insetti. Ora, con questa invenzione, è possibile persino ottenere giustizia, riportando in vita i morti in modo tale da testimoniare contro gli assassini e stupratori che hanno commesso violenza nei loro confronti. Purtroppo la legge 653 è bloccata, a causa di scontri politici e religiosi proprio sul tema della rinascita. Nonostante ciò, questo meccanismo ha giovato soprattutto il ceto medio alto, capace di rigenerarsi senza nessuna difficoltà e portando avanti i propri affari economici aumentando sempre di più il proprio profitto.
Sono i cosiddetti Met, una classe molto ristretta di uomini che comandano tutta la società, persino la polizia stessa. Qualcosa tuttavia spinge uno di questi “Dei” del futuro, Laurens Bancroft, a ingaggiare chi un tempo combatteva contro questo sistema per indagare sul suo omicidio avvenuto dentro casa sua. Fortunatamente per il magnate di Bay City tutta la sua coscienza è salvata in un cloud, ma il colpo di pistola è stato fatale per la memoria di 48 ore prima, svanita del tutto a seguito della distruzione della pila.
Bancroft è convinto che è stato un assassinio, e per questo riporta in vita Takeshi Kovacs, un ex membro degli SPEDI, un gruppo di rivoluzionari decisi di porre fine al dominio incontrastato del Protettorato, che lascia il popolo senza tutele per avvantaggiare il potere indiscusso dei Met.
Altered Carbon aveva tutte le carte in regola per essere una serie spettacolare e ricca di spunti di riflessione, ma spesso l’inserimento di troppi elementi e stili ha finito con mettere in seria difficoltà la fruizione della storia. La parte iniziale del racconto si concentra sullo sviluppo dell’indagine di Kovacs, per nulla semplice visti i punti interrogativi e gli intrecci del caso Bancroft, un uomo detestato da una buona fetta della popolazione.
Il poliziesco dopo la prima fase narrativa (fin troppo aggrovigliata) che accenna in poche sequenze ad alcune questioni etiche in merito all’uso delle pile, cambia improvvisamente colore, passando verso tonalità filosofiche e concentrandosi sul passato di alcuni soggetti della storia come Takeshi, inizialmente assoldato nelle file del Protettorato prima di passare con i ribelli. La craterizzazione dei personaggi in alcuni istanti non sembrava troppo curata allo scopo di conoscerli, ma solo per dare degli input essenziali al proseguimento della storia, che al termine della prima stagione ha subìto una brusca accelerazione per far quadrare i conti.
Vale comunque la pena il viaggio verso la luminosa e inquietante Bay City, che di facciata, all’orizzonte, sembra una città moderna e sofisticata, ma che sotto sotto presenta la carenza di empatia e di emozioni di una società in decadenza.
Altered Carbon è disponibile in streaming su Netflix