Se mi lasci ti cancello di Michel Gondry (Eternal Sunshine of the Spotless Mind) è un film del 2004 diretto da Michel Gondry con protagonisti Jim Carrey e Kate Winslet. La sceneggiatura, vincitrice dell’Oscar 2005, è opera di Charlie Kaufman, che conferma la sua inclinazione per i film di impianto “psicologico” e visionario come dimostrano altri film come Essere John Malkovich, Il ladro di orchidee e Confessioni di una mente pericolosa. Il film è stato un successo sia di pubblico che di critica ed è considerato come uno dei film più belli del Ventunesimo secolo; è stato inoltre inserito nella lista dei cinquecento migliori film di sempre della rivista Empire alla posizione 73. Il titolo originale, Eternal Sunshine of the Spotless Mind (L’eterna luce di una mente immacolata), è stato ripreso da un verso dell’opera Eloisa to Abelard (1717) del poeta inglese Alexander Pope (già citata in un altro film di Kaufman, Essere John Malkovich).
Sinossi
La corsa di Joel contro la stessa memoria di sé trova infine un ostacolo insormontabile. Non si vuole rivelare più del necessario, ma è Mary che rilancia la storia e il film, con un gesto che è idea di sceneggiatura fulminante, e nel contempo durissimo colpo a una possibilità di soluzione. Eternal Sunshine of the Spotless Mind è destinato così a non trovare riposo. E quell’eterna luce di una mente immacolata (ma spotless significa anche, letteralmente, “senza luogo”) è come il candore di una cella imbottita. Tristezza inaudita.
Se mi lasci ti cancello è sicuramente la traduzione più brutta e più insignificante che si potesse affibiare al film di Gondry. Eternal sunshine of the spotless mind (così va molto meglio) è semplicemente bellissimo. Probabilmente la storia di amore più bella degli ultimi 15 anni, perfetta perchè imperfetta nei suoi mille difetti. In un epoca imprecisata è possibile cancellare in modo definitivo dalla propria mente il ricordo di una persona. Il protagonista venendo a sapere di essere stato cancellato dalla donna che ama decide di fare lo stesso. Ed è così che riviviamo nella memoria di Joel (Jim Carrey) i momenti più belli e quelli più brutti della sua storia con Clementine (Kate Winslet). Michel Gondry riesce a creare un mondo onirico completamente inedito per il grande schermo, attraverso lo sguardo ingenuo ed innocente dell’infanzia, ma non per questo rinuncia ad effetti speciali spettacolari quando ci mostra l’inesorabile annientamento dei ricordi di Joel. La colonna sonora sembra essere stata scritta apposta per il film. Gli attori sono bravissimi. Tutto funziona. Non ci sono sbavature. Partendo da un soggetto di per sè già interessante ed originale, Gondry riesce a dirigere un ottimo film destinato (giustamente) a diventare un cult della commedia drammatica.
Il furto d’identità, la realtà parallela costruita nella mente del protagonista, la psicanalisi di fondo che suggerisce luoghi nascosti ed oscur(at)i della mente, l’osservatore esterno incapace di determinare totalmente il flusso di pensieri, l’ineluttabilità del destino e tante altre pillole di pensiero sparse ovunque, rendono questo film un grande caleidoscopio, un monolite dalle infinite screziature, in grado di suggerire pensieri allo spettatore senza mai svelarli totalmente. La mente è in continua elaborazione per i temi suggeriti e per quelli potenziali ed il gioco della fantascienza da il colpo di grazia, spiazzando lo spettatore, portandolo a far filosofia pur senza volerlo. Geniale, contorto ed elaborato, ma armonico allo stesso tempo: un grande film.