Film da Vedere

A History of Violence di David Cronenberg con Viggo Mortensen

La violenza è disturbante e come tale va descritta. È evidente che David Cronenberg prende le distanze dai meccanismi di spettacolarizzazione tipici dell’ultima Hollywood, nelle sue pratiche “alte” o “basse”: ne risulta un film densissimo di significati ed estremamente inquietante

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A History of Violence, un film del 2005 diretto da David Cronenberg. Il film è tratto dall’omonimo romanzo grafico scritto da John Wagner, illustrato da Vince Locke e pubblicato dalla Vertigo (etichetta della DC Comics) nel 1997, noto in italiano come Una storia di violenza (edito dalla Magic Press). Il lungometraggio è stato presentato in concorso al 58º Festival di Cannes. Inoltre è l’ultimo film uscito nel mercato del Vhs.

A History of Violence: Sinossi

Tom Stall, padre di famiglia dall’esistenza apparentemente tranquilla, per legittima difesa uccide due malviventi che tentavano di rapinare la sua tavola calda. Da quel momento la sua vita cambia radicalmente, e niente sarà più lo stesso.

La violenza è disturbante e come tale va descritta. È evidente che David Cronenberg prende le distanze dai meccanismi di spettacolarizzazione tipici dell’ultima Hollywood, nelle sue pratiche “alte” o “basse”: ne risulta un film densissimo di significati ed estremamente inquietante. Da quando ha abbandonato le evidenze dell’horror, il suo cinema si è come amplificato, addensato di implicazioni (im)possibili. Complesso e magnificamente girato, con un’economia del racconto esemplare, bene interpretato da un cast compatto e intenso, A History of Violence è un’opera scomoda e intransigente che problematizza la convergenza – e integrazione – tra matrice identitaria del singolo e sovrastrutture ambientali, con la violenza che si fa cassa di risonanza espressiva dei nuclei e delle dinamiche relazionali e il passato irrinunciabile appuntamento con se stessi.

A History of Violence è un film dove si mescolano e si confondono tra loro i generi noir e western, per dare meglio corpo al concetto di violenza. Violenza fisica, sessuale e psicologica. Vengono analizzate anche le tematiche dell’identità, del rapporto tra la realtà e l’apparenza, della possibile schizofrenia, il dolore e i sentimenti. La sceneggiatura e la scenografia sono perfette e la fotografia meravigliosa. Come non menzionare, poi, il sorprendente piano sequenza iniziale che sembra addirittura un quadro di Edward Hopper? La trama è scheletrica, semplice ed essenziale. Per questo è quanto mai efficace. Il cast, inoltre, è eccellente: Maria Bello è credibile, Viggo Mortensen perfetto nel suo ruolo e William Hurt, nonostante la sua piccolissima apparizione, è folgorante. Menzione speciale per lo sfregiato Ed Harris.
Un film duro, crudo, forte e teso, notevole ed esaltante.

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