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Il ragazzo invisibile – Seconda generazione: Gabriele Salvatores torna a raccontare i supereroi italiani

Gabriele Salvatores, il regista premio Oscar, torna a raccontare le avventure di Michele Silenzi, ora sedicenne. Ispirandosi alle pellicole americane, Il ragazzo invisibile: seconda generazione prosegue la sua strada produttiva e autoriale verso il genere supereroistico

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A quattro anni dal primo capitolo Il ragazzo invisibile – Seconda generazione rappresenta l’unico franchise supereroistico italiano. Gabriele Salvatores, il regista premio Oscar, torna a raccontare le avventure di Michele Silenzi, ora sedicenne. Un progetto nato anni prima con l’obiettivo di raggiungere pellicole oltreoceano dello stesso calibro, ma ancora troppo incerto sia nella scrittura che negli effetti speciali per rappresentare un vero e proprio passo verso questo genere.

Con un budget di dieci milioni di euro, sulla carta il nuovo progetto di Salvatores nasce per essere il centro di una strategia produttiva che coinvolge fumetti e libri. Uno sviluppo, quindi, editoriale ancora piuttosto singolare per il mercato italiano. Solo Smetto Quando Voglio ha cercato, nella realizzazione della trilogia, una formula editoriale più simile alle produzioni americane, ma, ancora una volta, Il ragazzo invisibile guarda al cinema hollywoodiano con la speranza di replicarne le caratteristiche e i dogmi del genere.

Si, perchè Il ragazzo invisibile – Seconda generazione prende una direzione diversa da quella battuta da altri film italiani dedicati ai supereroi, ad esempio Lo chiamavano Jeeg Robot, lungometraggio molto più legato alla cultura italiana. Con questo sequel Salvatores, insieme al suo team di sceneggiatori (autori anche del precedente film), Ludovica Rampoldi, Stefano Sardo e Alessandro Fabbri, scrive una storia capace di parlare al pubblico degli adolescenti – uno su tutti, l’esplorazione del rito di passaggio verso l’età adulta – ma anche un racconto con toni più dark e oscuri, con una regia più asciutta e “invisibile”, ma che mostra, nonostante le intenzioni del regista di nascondersi dietro la macchina da presa, la mano del cineasta esperto.

Ispirandosi ai franchise oltreoceano e a pellicole come X-Man e L’Uomo RagnoIl ragazzo invisibile – Seconda generazione soffre ancora dell’inesperienza italiana con il genere, rimasto per troppo tempo sopito, sia nella ambizione dei registi che nelle capacità produttive nostrane. Eppure Gabriele Salvatores segna un nuovo passo avanti: non perfetto, ma con cui ci si augura, nell’ipotesi di un terzo capitolo, il raggiungimento della piena maturità, non solo dal punto di vista visivo e registico, ma anche della scrittura, in riferimento alla capacità di creare un mondo in grado davvero di parlare a un pubblico mondiale.

L’elemento che più rappresenta l’evoluzione raggiunta in questo secondo capitolo è la maggiore cura degli effetti speciali. Grazie all’artista spagnolo Victor Pérez, effettista in produzioni come I Miserabili, Harry Potter e i doni della morte e Il Cavaliere Oscuro – Il ritornoIl ragazzo invisivibile – Seconda generazione perde quella fattura artigianale del primo lungometraggio per lanciarsi definitivamente verso un cinema più ambizioso e coraggioso, non solo dal punto di vista registico, ma anche – e soprattutto – dal punto di vista della produzione.

  • Anno: 2018
  • Durata: 90'
  • Distribuzione: 01 Distribution
  • Genere: Fantascienza, Azione
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Gabriele Salvatores
  • Data di uscita: 04-January-2018