Apre venerdì 8 maggio la quattordicesima edizione del RIFF (Rome Independent Film Festival) che con undici sezioni allarga l’orizzonte ad un panorama sempre più vasto di storie e di generi. A presentarlo, insieme a Fabrizio Ferrari, direttore artistico del festival romano, ci sono tre dei membri della giuria, l’attrice e produttrice indiana Vishakha Singh, l’attrice ballerina e doppiatrice italo-giapponese Jun Ichikawa, e lo spagnolo Jose Maria Cantos Mansilla, curatore delle attività culturali dell’Instituto Cervantes di Roma; completano il quadro dei giurati Antonio Pezzuto (critico e curatore), Fabio Mancini (responsabile dei documentari DOC3 di RaiTre), Federico Pommier (saggista di storia del pensiero politico e delle idee), Gianfranco Pannone (regista di documentari e autore), Ines Vasiljevic (produttrice), Louis Siciliano (compositore, polistrumentista, direttore d’orchestra), Philippe Antonello (fotografo).
Partendo dallo spot del festival, un estratto di 30 secondi tratto da un cortometraggio giapponese, panoramica a tutto tondo di Paesi e paesaggi, Ferrari sottolinea sin da subito l’ampia varietà del cartellone di questa edizione; la Selezione Ufficiale, i lungometraggi, i documentari, che accolgono anche i corti-documentari -novità di quest’anno, i cortometraggi, con particolare attenzione alle scuole di cinema e ai corti animati e la sezione fuori concorso raccontano in forme e generi diversi, storie altrettanto differenti e sotto il denominatore comune della libertà di girare senza i compromessi imposti da un produttore o un distributore importante.
Come negli anni scorsi i registi sono anche sceneggiatori, nonché produttori e distributori delle opere, ma proprio in merito alla distribuzione un piccolo passo in avanti è stato fatto: il direttore artistico ci tiene ad evidenziare con entusiasmo che alla presentazione dei film al festival in molti casi c’è già una data di uscita nelle sale cinematografiche; è un segno dei tempi – Ferrari prosegue spiegando che c’è una saturazione dell’altro mercato per via della crisi, testimoniata anche dall’aumento di pubblico dello stesso RIFF, che quest’anno aggiunge oltre suo luogo “storico”, il Nuovo Cinema Aquila nel quartiere Pigneto, anche il The Space Cinema Moderno della centrale Piazza della Repubblica, dove saranno proiettate le anteprime; al Cinema Aquila saranno invece riservate le repliche e gli incontri con gli Autori.
L’intervento dei tre giurati internazionali è molto emozionato e partecipato. Vishakha Singh, che da produttrice indipendente aveva partecipato a Cannes, riconosce le difficoltà del cinema indipendente e per questo è giusto che venga incoraggiato; sostiene il cinema Queer, che è un’altra delle novità di questa edizione –con la sezione fuori concorso composta dalle sette opere vincitrici del Teddy Awards, premio internazionale per film con tematiche LGBT, presentato alla Berlinale- perché sono opere speciali che danno a tutti la possibilità di allargare la mente (la Singh è sostenitrice delle cause LGBT nel suo Paese, ha collaborato infatti all’organizzazione del primo Gay Pride in India); Jun Ichikawa, in perfetto italiano con lieve inflessione romana, dichiara il suo amore per questo festival perché necessario al cinema indipendente; le piace la passione dei giovani cineasti e la diligenza e la professionalità con la quale girano le loro opere, “un cinema italiano fatto bene”, esortando l’Italia a far vedere al mondo quella creatività che tutti invidiano al nostro Paese; si sofferma infatti sui cortometraggi italiani, sottolineandone la qualità rispetto alle passate edizioni, non solo dal punto di vista del soggetto e della sceneggiatura –“che sono alla base di un’opera”- ma anche tecnica; sulla genuinità delle storie è dello stesso parere anche Josè Maria Cantos Mansilla, che si considera un outsider perché del cinema ha un altro approccio, ma nel suo breve intervento mostra lo stesso entusiasmo e la stessa partecipazione delle sue colleghe di giuria.
Aprono la rassegna nella serata di venerdì 8 maggio al cinema Moderno Mi chiamo Maya di Tommaso Agnese e A Blast di Syllas Tzoumerkas; Tommaso Agnese presenta in conferenza stampa il suo film, raccontando che la sua carriera iniziò al RIFF coi suoi primi cortometraggi incentrati sulla tematica dell’adolescenza metropolitana; è una rielaborazione proprio di quelle prime opere e affronta un tema a lui caro, quello delle nuove generazioni abbandonate a sé stesse. Il film distribuito dalla Red Post Production uscirà in più di 30 sale, nella Capitale sarà proiettato al Lux e al Quattro Fontane: segno che nonostante le difficoltà delle produzioni indipendenti, con il digitale trovare spazio nella distribuzione sta diventando possibile. La co-produzione italo-greca A Blast concorre tra le otto opere in gara nella sezione lungometraggi internazionali, insieme a Rocco Tiene Su Nombre di Angelo Orlando (coproduzione italo-spagnola); Cruel noir francese di Eric Cherrière, Fair Play di Andrea Sedlackova, selezionato per la nomination agli Oscar come miglior film straniero per la Repubblica Ceca, il “quasi-horror” americano The Midnight Swim di Sarah Adina Smith e Todos Estan Muertos di Beatriz Sanchis.
Per la sezione lungometraggi italiani il produttore Riccardo Neri e i registi Alessandro Colizzi e Paolo Consorti presentano rispettivamente lo loro opere; The Elevator di Massimo Coglitore nasce dalle ceneri di un documentario con il quale aveva partecipato al RIFF nel 2010: il film girato in inglese, con attori americani, ambientato a New York è in realtà tutto italiano, “macchiato di tricolore” sottolinea Riccardo Neri: dalla sceneggiatura di Mauro Graiani e Riccardo Irrera al set di Cinecittà, costruito da far sembrare il film una grossa produzione americana. E’ la dimostrazione, ancora una volta, che nel nostro Paese le risorse ci sono, ”anche se si soffre, è una battaglia per proporli e distribuirli”, aggiunge Neri. La commedia Crush Lives di Colizzi è un’anteprima europea, dopo essere stata presentata a 3 festival in Nord America e uno in Uruguay si prepara ad uscire in Italia il prossimo 25 giugno, e affronta in maniera “scorretta e divertente” la tematica del sesso dopo la nascita dei figli. L’artista e performer Consorti mantiene un certo riserbo sul suo Figli di Maam, in uscita a settembre in Italia, “spiazzante, alternativo” girato in un Museo di Arte Contemporanea (MAAM) spontaneo, sorto all’interno di un’ex-fabbrica occupata da extra-comunitari e precari. A questa Metropolis moderna collabora un cast tecnico e artistico di eccellenza: il musicista Gerardo Casiello, che ha studiato nei dettagli la colonna sonora, gli attori tra cui Luca Lionello, Franco Nero e Alessandro Haber.
Tra i documentari italiani spiccano Burlesque, Storia di Donne di Lorenza Fruci, Il Segreto di Otello di Francesco Ranieri Martinotti e Quando Non Suona La Campana di Lorenzo Giroffi; entusiasmo prorompente e stupore accompagnano le parole di Lorenza Fruci, scrittrice e “teorica del Burlesque”, al suo primo documentario nato dall’appendice di un suo libro che raccontava la storia di un gruppo di donne che hanno lasciato una vita ordinaria (e lavori a tempo indeterminato) per dedicarsi anima e corpo all’arte del Burlesque, e di come aver scoperto di non poter fare altro nella vita. Il documentario è arrivato per gioco e per ora non sarà distribuito, sarà quindi quella del RIFF l’unica occasione per il pubblico per vederlo e assistere e partecipare al dibattito con le protagoniste del film (domenica 10 maggio alle 19.20 al Moderno, oppure mercoledì 13 alle 23 al Cinema Aquila). Andrea Sisti è produttore de Il Segreto di Otello nonché proprietario dello storico ristorante romano tra i cui tavoli, ai tempi di suo nonno Otello, si è scritta la storia del cinema italiano; Pasolini, Monicelli, Scola, Age e Scarpelli, sono soltanto alcuni degli avventori del locale. Il documentario, che Fabrizio Ferrari consiglia a tutti gli addetti al settore, raccoglie le testimonianze di un cinema che ha fatto scuola in tutto il mondo, accompagnate dalla musica e dalle voci di Ennio Fantastichini e Alessandro Haber (e con un cameo di Robert De Niro); sicuramente meno leggero e con un taglio drammatico e realista è il documentario di Giroffi, che affronta il tema della dispersione scolastica nei quartieri Borgo Vecchio e Sanità di città difficili come Palermo e Napoli, che sebbene cariche di cultura, vivono la piaga dell’abbandono scolastico che rende difficile il lavoro degli operatori sociali, chiamati quotidianamente ad intervenire.
Il Cinema Insegna! iniziativa di incontro con gli studenti; i seminari con gli Autori, per analizzare le differenze tra la scrittura di un romanzo e la stesura di una sceneggiatura (in particolare si parlerà del romanzo di Fabio Bartolomei Giulia 1300 e altri miracoli dal quale è stata tratta la sceneggiatura del film Noi e la Giulia di Edoardo Leo); l’impegno sociale fra Italia Europa e Africa, con la proiezione di Localeuropa-musica per l’espatrio e Life is Seet. L’Africa dientro una canzone due documentari nati dall’esperienza di collaborazione tra Niccolò Fabi, Daniele Silvestri e Max Gazzè; il portale Indiefilmchannel.tv, prima piattaforma italiana online sulle produzioni indipendenti dove in contemporanea al festival si potranno vedere le opere in concorso; sono alcune delle iniziative dell’edizione 2015 RIFF (il cui programma dettagliato è sul sito http://www.riff.it/) che si prepara ad vivere un evento a tutto tondo e soprattutto di massima (e libera) espressione della creatività.
Anna Quaranta