La madre single Maggie si trasferisce a Brooklyn con il figlio dodicenne, Oliver. Costretta a fare doppi turni al lavoro per far quadrare i conti la donna lascia spesso da solo il figlio, un ragazzino particolare e molto sensibile. Accanto a loro vive lo scorbutico Vincent, pensionato rabbioso, volgare e amante delle scommesse. Tra i due nasce un’incredibile amicizia che li cambierà profondamente.
Al suo esordio come regista, lo scrittore Theodor Melfi prende spunto da un evento della sua vita che ha modificato la sua percezione della famiglia e dell’amore : la morte del fratello a soli 38 anni e l’adozione della piccola nipote. Questa esperienza ha insegnato molto a Melfi, che nella pellicola inserisce numerosi elementi autobiografici; la storia in sé è un racconto classico di amicizia e redenzione, ma a fare la differenza qui sono le trovate della sceneggiatura e la scelta di interpreti incredibilmente talentuosi. Bisogna prendere un po’ di tempo per apprezzare come si deve il piccolo protagonista, Jaeden Lieberher, scelto tra centinaia di aspiranti attori; in più occasioni questo fenomeno precoce ruba la scena a tutti i veterani del cast grazie ad un’innata dolcezza, non si può non affezionarsi a questo ragazzino dagli occhi svegli, generoso e amichevole, che legge la realtà intorno a lui con un’innocenza che i più grandi hanno perduto da tempo. Poi c’è Bill Murray, vecchio leone della commedia, perfettamente a suo agio in ruoli strampalati ed atipici; il suo Vincent è il classico “vecchio bastardo” che ruba, mente, beve e va a prostitute, il tipo di vicino che nessuno vorrebbe avere. Però, come nelle più belle storie, nessuno ha mai pensato di scavare nella sua vita per trovare una causa a tutta quella rabbia, quella disillusione, quella voglia di farla finita. Sarà Oliver il primo a scalfire quella corazza dopo tanto tempo, compiendo il primo timido passo per il reinserimento di Vincent nella società. Il regista ha poi voluto giocare un po’ con i ruoli di contorni, inserendo la regina della comicità Melissa McCarthy in un ruolo quasi drammatico, e la diva Naomi Watts nei panni esilaranti della prostituta incinta, sboccata e avida.
Commedia nera che parla dritto al cuore, St. Vincent ci insegna come spesso i santi non siano figure altere e lontane che vegliano sulla nostra vita, ma anziani alcolizzati e volgari che con la loro amicizia ci aiutano a crescere ed a scoprire i nostri sentimenti, ritrovando quel senso dell’amicizia che oggi sembra essersi smarrito.
Emiliano Longobardi