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6a edizione Visioni Fuori Raccordo: “Slot – Le intermittenti luci di Franco” (In Concorso)

Dario Albertini, classe 1974, realizza un documentario, interessante, poetico, sulla vita di Franco Soro, affetto da ludopatia

Pubblicato

il

Anno: 2013

Durata: 60′

Genere: Documentario

Nazionalità: Italia

Regia: Dario Albertini

Dario Albertini, classe 1974, realizza un documentario, interessante, poetico, sulla vita (o almeno una parte importante) di Franco Soro, un uomo di circa sessant’anni affetto da ludopatia, o, se preferite, da ‘dipendenza senza sostanza’. Franco è sardo, ma da qualche anno vive a Civitavecchia, dove si è recato per cercare di riallacciare un rapporto con la moglie e la figlia che, a causa del suo devastante vizio, lo hanno abbandonato. È anche un abile venditore di formaggi, professione per cui è noto nella città, ma tutti i proventi della sua attività sono interamente destinati alle slot machine. Per questo motivo, contrae debiti con chiunque gli capiti a tiro, e vive in uno stato di indigenza. Dorme in macchina, si lava nei bagni pubblici; insomma ha perso ogni dignità. Eppure è un uomo che ha delle capacità e anche degli amici pronti, nonostante tutto, a sostenerlo, ad aiutarlo, pur sapendo che ogni somma di denaro elargita diventerà moneta tintinnante da inserire nelle infernali macchinette.

Pur soffermandosi ampiamente sulla patologia in questione, Albertini traccia un ritratto dell’uomo, cercando di coglierne il malessere, le sfumature, i tratti della personalità che, comunque, risultano gradevoli; ciò perché, da buon documentarista, ha intrattenuto un rapporto autentico con Franco, l’oggetto del suo sguardo. Non sapremo mai se quest’uomo riuscirà a smarcarsi dal precipizio  in cui si ritrova, né capiremo cosa davvero ha innescato il meccanismo perverso che lo possiede. Però partecipiamo con trasporto al suo dramma, senza giudicarlo, comprendendo come cadere in queste trappole che la vita a volte pone è più facile di quanto si pensi. Certo, poi potremmo chiederci quale ruolo ha lo Stato in tutta questa vicenda, e più in generale i rapporti di produzione che sottendono la struttura della società in cui viviamo. Ma non è questo il taglio del lavoro del regista romano che ha preferito rimanere sul lato umano, con un tono da indagine antropologica. Il film è stato girato con una piccola telecamera in formato HD, e la bontà del risultato testimonia come spesso idee opportune non necessitino di ingenti risorse.

Luca Biscontini

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