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The Twilight Saga: Breaking Dawn – Parte 1

In confronto agli altri film della serie, sono giustificate le lodi al nuovo regista Bill Condon, che ha dimostrato maggiore bravura dei suoi predecessori e, infatti, “The Twilight Saga: Breaking Dawn – Parte 1” è il migliore della saga

Pubblicato

il

Anno: 2011

Distribuzione: Eagle Pictures

Durata: 117′

Genere: Horror/Romantico 

Nazionalità: USA

Regia: Bill Condon

La notizia è che The Twilight Saga: Breaking Dawn – Parte 1 è il migliore della serie!

Non ci sono dubbi: il ritmo è sempre molto spezzettato e alterna azione ad umorismo, poi attimo di quiete con battute idiote e tenerezze varie e, subito dopo, colpo ad effetto. Però, in questo caso, il tutto è decisamente più interessante, più curato nelle potenzialità. È sicuramente il migliore, rispetto ai tre predecessori.

Diffidavamo molto anche a causa delle dichiarazioni degli attori stessi che, nelle varie interviste, confessavano la loro preferenza verso questo capitolo e di essere entusiasti e soddisfatti della prima parte dell’episodio finale. Forti di questa discutibile pubblicità, siamo arrivati in sala con grandi dubbi, che si sono conservati quasi intatti per la prima ora, durante i fervidi preparativi del matrimonio tra Bella Swan ed Edward Cullen. Seguono le nozze  e la conseguente luna di miele con la tanto sospirata scena amorosa.

Il primo tempo di Breaking Dawn è noioso, sicuramente in linea con i ritmi e i livelli di tutta la saga, dove la sufficienza non si raggiunge per colpa di battute infelici, dialoghi inverosimili e situazioni francamente poco plausibili, come le ripetute partite a scacchi dei due sposini che il pallido vampiro Edward organizza per sottrarsi al talamo nuziale, cosa inaccettabile anche per i più permissivi e affezionati spettatori.

Con la seconda parte, invece, subito seguente a queste patetiche scenate di fuga dai doveri matrimoniali, si arriva alla parte migliore del film (e addirittura della saga intera) dove l’amore, finalmente consumato tra i due, porta i suoi frutti che, in questo caso, sono funesti. Infatti, come vediamo già nel trailer, Bella non gode di una felice gravidanza, in quanto il feto nel suo grembo si nutre della madre.

Si arriva finalmente al fulcro del film dove questo frutto dell’amore malvagio fa soffrire i due genitori, e non solo.

La sufficienza in questo quarto capitolo, si raggiunge senza troppe indulgenze e troppa fatica. Certo, alcune soluzioni infelici, purtroppo, non possono essere trascurate e la loro costante presenza in ogni film fa pensare, oltre ad una svogliata sceneggiatura, anche ad una volontaria giustapposizione, quasi fosse un marchio di fabbrica: battutine e umorismo forzato, oltre a dialoghi poco realistici e molto brevi, quasi robotici. Tutto ciò suggerisce una scrittura puerile, se non addirittura inesistente.

Fortunatamente, i livelli di Eclipse rimangono inattaccati, confermandolo il peggior film sicuramente della saga, ma non solo (peggio di lui pochi altri). Invece, questa prima parte del quarto capitolo risulta più godibile, nonostante alcuni nei, e si forgia di alcuni preziosismi e citazioni, anche di un cinema diverso dall’ultra pop, in cui navighiamo in questa situazione: vi sono dei riferimenti a Cronenberg (addirittura!), nella misura in cui il male interiore si palesa attraverso questo feto malvagio e matricida; vi è ancora una scena di facile rimando a Pulp Fiction di Quentin Tarantino, più precisamente quando Mia Wallace, giacendo in overdose, viene praticamente pugnalata in pieno cuore da una siringa, e questo stesso movimento viene fedelmente riproposto nelle scene finali, dove la tensione si fa palpabile.

Riguardo alla scena più attesa, ossia quella di sesso tra Edward e Bella, non ci soffermeremo, anche perché nel film non assume (inspiegabilmente) più di tanto peso: non ci concentreremo sulla veemenza dell’amato che si spigiona in tutta la sua forza nell’atto stesso anche perché è integralmente visibile nel trailer e addirittura nel teaser del film in durata integrale.

È doveroso piuttosto soffermarsi su una esclusività, un unicum che Breaking Dawn – Parte 1 può vantare: infatti, anche secondo i maggiori esperti di B Movie, non è mai stata utilizzata una delle sconvolgenti soluzioni presenti nel film,  posta verso il finale, che veramente lascia esterrefatti per la violenza ed il carico orrorifico che porta con sé: non entreremo nei dettagli, ma vi diciamo solo che la noterete esattamente prima di sentire la vocina della neonata, sempre che decidiate di vedere il film.

In vista dell’ultimo capitolo, girato in contemporanea con questa prima parte, ma in uscita tra ben dodici mesi per ovvi motivi di sfruttamento del franchise, i presupposti fanno presagire ad una felice conclusione, magari non per i protagonisti della storia, ma per il livello qualitativo del film; se non fosse stata pensata e realizzata con tanta fretta/sciatteria, probabilmente la saga di Twilight avrebbe trovato maggiori estimatori.

Sempre in confronto agli altri film della serie, sono giustificate le lodi al nuovo regista Bill Condon, che ha dimostrato maggiore bravura dei suoi predecessori, e che, finalmente, fa entrare nella serie una boccata d’aria nuova per cui il termine Cinema non è più così ingiustificato.

Breaking Dawn quindi non è niente male; certo, se non ci fossero stati i tre predecessori sarebbe stato anche meglio, però…

Giovanni Villani

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