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Taxidrivers Magazine

“La fabbrica dei volti noti” e “Bastard serial killer! Kill! Kill!”

Viaggio alla scoperta del cinema indipendente di genere. Rubrica a cura di Luca Ruocco

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Una ragazza (Miriana Raschillà) dallo sguardo smarrito e dal vestito candido si aggira per una città che pare svuotata. Come per segnalare il suo passaggio, si ferma ogni tanto ad incollare su lampioni, muri, alberi e panchine un adesivo. Una sorta di ritratto segnaletico: di primo acchito si potrebbe pensare che l’adesivo ritragga il volto di una persona scomparsa, ma provando a mettere a fuoco si scopre un volto svuotato da ogni segno distintivo, avvolto nel nero più assoluto, niente nomi, né numeri di telefono.

D’un tratto un’ombra molto più marcata, scura e dall’enorme massa corporea, inizia a stagliarsi sulla ragazza, a seguirne ogni passo, fino ad un freddo incontro: l’uomo (Stefano Fregni), spaventoso e malinconico allo stesso tempo, ha il compito di consegnare alla giovane uno strano invito per una cena di natale. La ragazza accetta con la rassegnazione di chi già sa.

Riccardo Papa invita lo spettatore ad assistere a questo feticistico banchetto dove, si dice, la ragazza rappresenterà la portata principale. Ma non aspettatevi di trovare attorno al tavolo i classici mangiauomini da b-movie: il pranzo cannibalico è organizzato dall’Artista (Emanuele Giorgi), una sorta di caricatura di Andy Warhol, e gli altri convitati (il cartonaro, papi natale, la miss, lo scrittore e la lady) altro non sono che altrettante brutte copie di personaggi stereotipati, icone passate di moda e andate in acido, volti noti di un tempo che attorno a quel tavolo ritornano in vita, come in una seduta spiritica, ma posseduti da spettri tutt’altro che benigni.

Il corto, prodotto dall’attiva Ultimo Piano, gioca con il genere, inabissandolo nel pop e nell’assurdo. Buoni i lavori fatti sulla regia e sulla fotografia. Molto riuscite anche le interpretazioni della Rachillà, di Fregni (che si dimostra ancora una volta un attore di grande spessore), e dei “volti noti” sempre rigorosamente sopra le righe (icone tramutate in volti macchiettistici).

Lavoro molto interessante questo La fabbrica dei volti noti (2011), che soffre però di una chiusura troppo affrettata che, invece, in sceneggiatura, avrebbe potuto trovare migliori sviluppi che l’idea e i personaggi avrebbero meritato.

Ancora pranzi cannibalici, questa volta meno figurati e a base di glutei umani, all’interno di Bastard serial killer! Kill! Kill! (2011) di Antonio Zannone, coprodotto dall’ottima APC independent Production di Angelo e Giuseppe Capasso.

Fintosi morto, un pericoloso criminale riesce ad evadere dall’ospedale giudiziario in cui era rinchiuso, e subito si mette in moto per recuperare i cinque milioni di euro che, insieme alla sua banda, erano riusciti a nascondere in aperta campagna, prima di essere arrestati.

L’uomo non sa, però, che la diroccata dimora adiacente al campo in cui i soldi furono seppelliti è abitata da uno spietato cannibale che costringe sua sorella a preparargli macabri manicaretti con i cadaveri che riesce a procurarsi, e suo figlio a vivere allo stato di un primitivo, legato in catene in cantina.

 

Lavoro decisamente diverso dal precedente, il Bastard serial killer! Kill! Kill! è un divertissement per il cultore del genere slasher e delle sue filiazioni.

Partiamo dal titolo, che omaggia il Faster, Pussycat! Kill! Kill! (1965) di Russ Meyer, ma avvicinarsi al corto di Zannone, pensando di trovare opulente donnone pronte a darsele di santa ragione in pieno deserto, sarebbe partire col piede sbagliato. Il gioco delle citazioni si instaura con film come Non aprite quella porta (Tobe Hooper, 1974), la famiglia cannibale e la scena della cena su tutto, o il più moderno Hostel (Eli Roth, 2005), per l’accanimento registico su sevizie ed effetti gore. Ma non sarebbe sbagliato trovarci strizzate d’occhi a Mario Bava (la donna nel portabagagli della macchina rubata riporta alla mente il finale di Cani arrabbiati, 1974), a Lucio Fulci (la scena dell’estrazione del bulbo oculare), e a Rob Zombie (anche per il buon lavoro fatto con la colonna sonora).

Ma il Bastard serial killer! Kill! Kill!  di  Zannone non si estingue in un blando rimando citazionistico: certo il lavoro fatto sulla sceneggiatura si erge esclusivamente su un’idea davvero non originale, che si impreziosisce proprio di questi momenti, ma il corto è ben lavorato in regia e montaggio. E gli effetti  old style fanno il loro lavoro.

L’interpretazione degli attori risulta a volte forzata, ma non degenera mai nell’amatoriale.

Consigliato agli amanti del cinema exploitation.      

Luca Ruocco

 

LA FABBRICA DEI VOLTI NOTI

Regia: Riccardo Papa

Con: Marianna Raschillà, Stefano Fregni, Antonio Calamonici, Emanuele Giorgi

Sceneggiatura: Antonio Cardia, Riccardo Papa

Anno: 2011

Durata: 18’50’’

Nazionalità: Italiana

 

BASTARD SERIAL KILLER! KILL! KILL!

Regia: Antonio Zannone

Con: Elio D’Alessandro, Raffaele Manesella, Marco Bonadei

Sceneggiatura: Antonio Zannone

Anno: 2011

Durata: 25’

Nazionalità: Italiana